Due operai dell'Ati Ifras di Carbonia, un uomo e una donna, sono saliti questa mattina su una gru all'interno dell'area nuraghe Sirai per chiedere che venga pagato loro lo stipendio. Da quanto si è appreso, l'ultima mensilità non è stata erogata per problemi di liquidità. Agli operai alcuni giorni fa, dopo un primo ritardo, era stato promesso il pagamento, ma oggi non è arrivato nulla e i due hanno deciso di far sentire la loro voce salendo sulla gru, chiedendo che venga pagato loro lo stipendio arretrato.
Avrebbero anche minacciato di lanciarsi dalla gru. Sul posto si trovano i sindacati e gli agenti del Commissariato di Carbonia che stanno tenendo sotto controllo la situazione.
"E' già successo che i lavoratori non venissero pagati, anche per tre mesi consecutivi lo scorso anno. Quello di oggi è il gesto disperato di chi non vuole rivivere ciò che ha già passato". Lo ha dichiarato Giorgio Piras, segretario Fismic-Consal Sulcis Iglesiente, dopo che due operai dell'Ati Ifras di Carbonia, un uomo e una donna, sono saliti questa mattina su una gru all'interno dell'area nuraghe Sirai per sollecitare il pagamento di uno stipendio arretrato.
Sul posto, per cercare di far ragionare i due lavoratori, c'è anche il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti. Si tratta di due lavoratori del Parco Geominerario della Sardegna (iscritti al Fismic) dei 527 che rischieranno di perdere il lavoro dopo il 31 dicembre 2016, data di scadenza della convenzione "Geoparco" (stipulata nel 2001 per il recupero dei siti minerari e archeologici, la gestione di attività turistiche e agricole).
Problema che, assieme all'annunciato taglio degli stipendi del 30 per cento da qui al 31 dicembre, i sindacati hanno fatto ben presente il 10 e l'11 maggio scorso con due manifestazioni a Cagliari.
Dopo dieci ore hanno deciso di scendere dalla gru. Protesta finita, dunque, per l'uomo e la donna – lavoratori Ati Ifras del Geoparco – che stamattina all'alba erano saliti su una gru all'interno dell'area nuraghe Sirai, a Carbonia, per chiedere il pagamento dell'ultimo stipendio.
A convincerli, più che altro, le condizioni atmosferiche avverse: il forte vento faceva oscillare la gru tanto che la donna ha avuto un leggero malessere. Per questo Giorgio Piras, segretario Fismic-Consal Sulcis Iglesiente, ha cercato in ogni modo di convincere i due a scendere. "Questo è un ulteriore gesto di disperazione dei lavoratori che già l'anno scorso, per tre mesi consecutivi, non avevano ricevuto la busta paga", ha detto dopo che i manifestanti hanno abbandonato la gru.
Tra l'altro i protagonisti del gesto eclatante di oggi fanno parte dei 527 dipendenti in Sardegna (la maggior parte nel Sulcis) che rischiano di perdere il lavoro dopo il 31 dicembre 2016, data di scadenza della convenzione stipulata nel 2001 per il recupero dei siti minerari e archeologici, la gestione di attività turistiche e agricole.
Un problema che, assieme all'annunciato taglio degli stipendi del 30 per cento da qui al 31 dicembre, i sindacati hanno fatto ben presente il 10 e l'11 maggio scorso con due manifestazioni a Cagliari. "Spero che quanto accaduto oggi possa servire per giungere a una soluzione della vertenza", ha concluso il sindacalista.