È iniziato il sit-in dei pacifisti davanti alla fabbrica di bombe a Domusnovas. I manifestanti, dopo aver percorso a piedi e in auto circa tre chilometri, hanno raggiunto il portone d'ingresso dello stabilimento. Simbolicamente sono stati stesi sull'asfalto alcuni tappeti e suonate le campane tibetane: "la fabbrica di bombe non si ferma mai", recita come una litania una attivista.
Hanno poi preso la parola alcuni degli organizzatori della protesta. "Siamo qui ancora una volta a manifestare per chiedere che si fermi immediatamente la realizzazione di ordigni in questa fabbrica – ha sottolineato il leader di Sardigna Natzione, Bustianu Cumpostu – Bisogna riconvertirlo e salvare i posti di lavoro". "Dobbiamo far finire questa vergogna per la Sardegna", ha aggiunto un'altra esponente dei movimenti pacifisti.
Presente alla manifestazione anche il senatore del M5s Roberto Cotti. "La cosa più urgente in questo momento – ha detto il parlamentare pentastellato – è bloccare questo traffico di bombe, un traffico che va contro la legge 185 del 1990. Ogni giorno in Yemen vengono uccisi centinaia di bambini con queste bombe vendute all'Arabia Saudita. Il problema del lavoro è importante, certamente, ma in questo momento assume un aspetto secondario. Bisogna prima fermare questa strage".
"Con la chiusura di questa fabbrica 250 persone non avranno più busta paga, il paese vuole la fabbrica Rwm". Non solo voci di dissenso nel sit-in dei pacifisti davanti allo stabilimento di Domusnovas che produce bombe. A difendere la fabbrica è l'ex consigliere comunale di opposizione Stefano Soru.
"Domusnovas – spiega – viveva con le miniere e dopo la chiusura l'unica attività è rimasta questa stabilimento. Ci lavorano molti giovani che hanno creato una famiglia, pagano un mutuo. Con queste manifestazioni rischiano il posto. Prima si trovi un progetto di riqualificazione dello stabilimento, poi si parli di chiusura. I dipendenti hanno paura di rimanere senza lavoro". Dello stesso avviso un cittadino, Antonio Pisu. "Chi manifesta non conosce la realtà di Domusnovas – dice – vadano a manifestare in altri posti. Noi siamo a favore della fabbrica".