“Se non rendiamo noti i nomi delle agenzie responsabili non cambierà nulla”. A parlare il proprietario di un’agenzia funebre dell’hinterland cagliaritano in merito agli arresti eseguiti durante l'operazione "Caronte" contro il business del caro estinto.
“Malgrado questa splendida operazione – prosegue Luca (nome di fantasia per tutelare la sua privacy) – dei carabinieri, sia al Brotzu, sia al Santissima Trinità continueranno ad accadere favoritismi e clientelismi di questo genere”.
Luca aveva intuito da circa un anno il possibile malaffare che girava dietro le agenzie funebri: “Vestivo una salma nella camera mortuaria, quando un uomo, dipendente dell’ospedale, si è avvicinato ai parenti di un defunto e gli ha chiesto in modo esplicito se avessero bisogno di un’agenzia funebre e che altrimenti avrebbe fatto in modo di chiamarne una lui al più presto”.
L’uomo avrebbe visto anche uno scambio di buste di denaro tra alcuni dipendenti dell’ospedale. La sua agenzia, insieme a quelle di un’altra decina di colleghi, ha presentato un esposto ai carabinieri e da qui, probabilmente, sono scattate le indagini e gli arresti di lunedì mattina.
“Se però continuiamo a fare solo i nomi dei necrofori – aggiunge Luca – siamo punto e a capo: bisogna che vengano fuori i nomi della agenzie visto che sono sempre le solite che lavorano, così almeno le persone sapranno chi lavora pulito e chi invece chi è un disonesto. Anche perché – conclude – ci saranno altri aspiranti necrofori a sostituire gli arrestati”.