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"La Sardegna non stava bene prima del 2008 poi c'è stata la crisi e non sono stati messi in essere benefici necessari per invertire la rotta. Stiamo ancora male ed è inutile raccontarla diversamente. E in primo luogo, come è normale che sia, le responsabilità sono di chi governa". E' impietoso il quadro sulla stato di salute dell'economia isolana tracciato dal presidente della Fondazione di Sardegna, Antonello Cabras, in occasione della presentazione del bilancio consuntivo 2015.
"Bisogna superare la visione per la quale ci si mette gli occhiali scuri se ci è simpatico il Governo – ha sottolineato precisando di non voler esprimere un giudizio sull'attuale esecutivo regionale – Serve realismo per superare anche la sfiducia dei cittadini. Purtroppo siamo ancora alla vigilia su cosa fare dopo il crollo industriale". Secondo Cabras, "il ritardo di sviluppo in Sardegna è ormai diventato una malattia cronica e occorre capire se i timidi segnali di crescita nell'occupazione produrranno lavoro stabile. La crisi è ancora grave – ribadisce il presidente della Fondazione – e gli interventi pubblici non stanno dando gli effetti sperati: occorre calibrare meglio le azioni in un contesto che resta ancora molto gracile".