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"Nonostante l'intervento della Bce che negli ultimi mesi ha consentito in Sardegna un lento miglioramento della dinamica di prestiti alle imprese, siamo ben lontani da poter recuperare quanto perso nell'ultimo triennio". E' quanto sostiene la Confesercenti Sardegna.

"Le PMI sono stremate dallo shock di una interminabile crisi di consumi, da una pressione fiscale insostenibile e da una asfissiante giungla burocratica di norme – afferma il vicepresidente vicario Roberto Bolognese -. Centinaia di imprese continuano a chiudere e la dinamica asfittica delle concessioni di prestiti alle aziende riduce sempre di più la possibilità, soprattutto per le realtà economiche più piccole, di resistere sul mercato interno".

Le stesse imprese giudicano quello del mancato accesso al credito come uno dei principali problemi per la propria operatività in quanto la prolungata fase recessiva con la conseguente caduta dei profitti e la minore possibilità di autofinanziamento, le rendono imprese più dipendenti dal sistema bancario. Ciò che emerge dai dati – spiega una nota di Confesercenti – è un deciso rafforzamento del circolo vizioso: imprese in difficoltà, sofferenze in crescita vertiginosa, restrizioni creditizie crescenti, difficoltà aggiuntive per le imprese sopravvissute ad ottenere nuovo credito, nuove sofferenze in arrivo, restrizioni sempre più severe e imprese in crescente difficoltà.

"Un processo che non ci piace ma che per alcuni versi – aggiunge Gian Battista Piana, direttore di Confesercenti Sardegna – in una logica strettamente bancaria, potrebbe risultare abbastanza comprensibile se non fosse che a guardare bene i dati non sempre i comportamenti del sistema bancario sono in linea con questa logica".