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Di fronte al giuramento di Giovanni Satta nel Consiglio regionale della Sardegna, il Movimento 5 stelle dell'Isola si dice "sdegnato" e sollecita "una presa di posizione forte nei confronti della questione morale, che va dimostrata sul campo".
Il portavoce Mario Puddu, sindaco di Assemini, spiega all'ANSA che "non ci dovrebbero essere indagati all'interno dell'Assemblea sarda e si dovrebbero dimettere tutti i consiglieri coinvolti nell'inchiesta sui fondi ai gruppi: noi siamo imbarazzati anche per loro ed è normale che di fronte a queste vicende cresca la disaffezione dei cittadini, che le urne si svuotino e che in molti dicano: 'sono tutti uguali'".
"Gli indagati in Consiglio regionale che hanno avuto la puzza sotto il naso nei confronti di questo consigliere – argomenta Puddu – devono sapere che lo stesso tipo di indignazione, forse non se ne sono resi conto, lo ha tutto il popolo sardo verso lo scandalo dei fondi ai gruppi". Il portavoce pentastellato riconosce che il Consiglio non aveva altra strada se non quella di far giurare Satta, ma invita le istituzioni a difendersi.
"Cambiamo le regole – suggerisce Puddu – piuttosto che lamentarci delle reazioni dei cittadini. Ringrazino il fatto che c'è il M5s che fa da cuscinetto all'indignazione pubblica nel rapporto istituzioni-cittadini. Questo non vuol dire che gli onesti siano solo nel nostro Movimento e che non dobbiamo essere garantisti, anzi a giudicare deve essere la magistratura ma se amministriamo dobbiamo dare l'esempio – chiarisce il portavoce – Noi appena sentiamo lontanamente puzza di bruciato, e i fatti di Quarto lo dimostrano, facciamo un passo indietro".