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Accorpamenti, taglio al personale, riduzione dei posti letto, rischio di chiusura per alcuni reparti: sono questi i problemi che deve affrontare l’ospedale del San Giuseppe di Isili, unico punto di riferimento per la Barbagia di Seulo e tutto il Sarcidano. Insieme a Lanusei, Sorgono e il San Marcellino di Muravera, l’ospedale di Isili è al centro della riforma della rete ospedaliera della Regione Sardegna.

Numeri, non persone. Da anni si cerca di smussare il superfluo, un’azione che però si traduce nel taglio indiscriminato dei servizi essenziali, come quello del Punto nascita, chiuso dal 2010. Le nascite annuali sono poche e non riescono a superare le 200 unità. Troppo pochi secondo il governo, che ha portato l’asticella per il mantenimento del punto nascite a ben 500 nuovi nati all’anno. Poco importa se Isili serva comuni con condizioni di viabilità disagevole, bassa densità abitativa e dispersione territoriale: da sei anni a questa parte tutto il nord della provincia di Cagliari è costretta a recarsi nel capoluogo per usufruire dei servizi sanitari, anche quelli di base. Quello che invece servirebbe per avere un minimo di efficienza nel territorio sono sicuramente deroghe a leggi che prevedono un ospedale ogni diecimila abitanti, che non tengano conto della bassa densità abitativa e che garantiscano quantomeno un pronto soccorso con personale medico dedicato, con supporto di Chirurgia Generale e Anestesiologica ventiquattr’ore su ventiquattro.

Perentoria la reazione dei sindaci: Orlando Carcangiu, sindaco di Isili, fa un appello alla Regione. “Il bacino di utenza di questo Presidio è di 50 mila abitanti. Non è possibile che venga smantellato pezzo per pezzo, per una sola questione di non raggiungimento di numeri, come è successo con Ginecologia e ora con Chirurgia. Occorre lavorare per mantenere la struttura”. Enrico Murgia, sindaco di Seulo, uno dei comuni più lontani insieme a Esterzili e Seui ha dichiarato: “Siamo il paese più defilato e mancano i servizi essenziali, in particolare un servizio di elisoccorso che funzioni anche la notte, per avere un’adeguata copertura delle emergenze. Pretendiamo un ospedale che sia efficiente. È necessario – continua –  anche un punto nascita. Basti pensare che nel comune di Esterzili è nato un bambino in casa, a Nurri invece ne è nato uno nel tragitto per arrivare in ospedale. Credo che questi esempi facciano capire bene in che situazione ci troviamo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Romina Mura, sindaco di Sadali e deputata. “A noi piace parlar di sanità del territorio, non solo di ospedali, chiediamo infatti che venga rafforzato il Poliambulatorio di Sadali e che diventi un presidio specializzato ed efficiente. Occorre quindi un potenziamento dei presidi territoriali”.

La protesta. Domani è prevista una manifestazione sotto il palazzo del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari. Sono sedici i comuni interessati di Barbagia di Seulo e Sarcidano, insieme anche a quelli del Sarrabus-Gerrei e Lanusei. Gli organizzatori promettono di tirare fuori le unghie se le richieste non verranno accettate. “Stanno venendo a mancare tutti i servizi, non solo quelli ospedalieri” ha dichiarato Giovanni Dessì, sindaco di Nurallao. “La struttura deve funzionare e ci servono risposte immediate sugli standard di qualità e sicurezza. Per quanto riguarda le due sale operatorie, la dottoressa Ortu, Commissario straordinario Asl8, ha confermato il ripristino della sala operatoria, ma non l’ha abbinata a una sala di rianimazione. Una scelta che non riusciamo a capire, visto che dovrebbe essere un servizio essenziale”.