Voleranno dalla Sardegna a Londra per correre la North Vitality Half Marathon, il 20 marzo, e lo faranno per un pregevole scopo: raccogliere fondi per il Centro di maternità di Anabah, in Afghanistan, che la Ong Emergency ha fondato nel 2003 e che eroga assistenza specializzata gratuita in una delle regioni con il tasso di mortalità materna e infantile tra i più alti al mondo.
Loro sono tre amici: Francesco Addis, Dimitri Langiu e Maurizio Caddia, i tre mori che hanno accolto la sfida della loro amica Raffaella Mascia, cagliaritana che da 7 anni vive a Londra e coordina i volontari della sede locale della Ong fondata da Gino Strada.
Proprio Raffaella, nella sua veste di attivista, ha gettato il guanto della sfida ai tre complici sardi che senza pensarci troppo si sono posti un obiettivo: raccogliere 3000 euro per contribuire al potenziamento della struttura afghana nata da un’ex caserma di Anabah, unico punto di riferimento in un’area vastissima e abitata da 250.000.
La raccolta, partita a metà dicembre 2015, ha già raggiunto l’obiettivo ma a questo punto i ragazzi hanno deciso di non fermarsi:
“A volte – hanno esultato i tre maratoneti – può capitare di correre più veloci di quanto pensavamo. In quei momenti è bellissimo non rallentare per capire fin dove possiamo arrivare e anche noi non vogliamo fermarci per continuare a sostenere il centro di Anabah”.
Le donazioni, che possono essere ancora effettuate sul sito dedicato, vengono seguite e documentate da Checco, Dimitri e Maurizio anche sulla loro pagina Facebook in cui vengono postate, per chi da il consenso, anche le foto di ogni donatore come quarto moro.
“Il target – commenta Raffaella da Londra – è stato raggiunto quindi il mio obiettivo non è tanto quello di ottenere ulteriori donazioni (che son sempre gradite, ci mancherebbe!) ma, più che altro, informare ed eventualmente ispirare altre persone a fare altrettanto, magari con una diversa sfida. Credo che, alle notizie e alle azioni positive, si debba dare maggiore risalto di quanto non si faccia oggi e questa sfida in particolare riflette ancora una volta lo spirito e il cuore generoso di un’isola che, nonostante le difficoltà economiche e sociali , non smette di pensare agli altri”.
Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi
Gino Strada