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Quattro capanne, due focolari, un ripostiglio in pietra, manufatti in ceramica, un ascia di bronzo: sono questi i gioielli venuti alla luce durante l'ultima campagna di scavi a Lu Brandali, nel Comune di Santa Teresa di Gallura. "Ritrovamenti che ci consentono di ricostruire la vita quotidiana vissuta dalla comunità nuragica che viveva in quell'area della Gallura", ha spiegato Rubens D'Oriano, responsabile della Soprintendenza archeologica del Nord Sardegna.
Questa mattina, nel corso di una conferenza, sono stati illustrati gli importanti ritrovamenti scoperti negli ultimi due mesi di campagna di scavi che ha visto impegnati decine di volontari, coordinati dall'archeologa Letizia Lemmi.
"Nell'ultima campagna di scavi abbiamo riportato alla luce un'intera capanna, con un focolare che poggiava su un battuto d'argilla del XV – IX sec. a.C. – spiega l'archeologa – inoltre sono stati recuperate diversi frammenti che attestano la presenza di grandi vasi, di quelli utilizzati per il contenimento delle derrate alimentari, inoltre vasi a collo e un ansa con decorazione a "cerchielli" e a "pettine". Inoltre un importante rinvenimento per questo sito è un ascia in bronzo "a margini rialzati"".
Altre tre capanne, individuate ultimamente, verranno riportate alla luce con le prossime campagne di scavi. "Le capanne 5 e 6 sono collegate da un lastricato che le unisce", aggiunge la Lemmi. Il Comune promuove le campagne di scavi in località Santa Reparata sin dal 1998, che hanno consentito di ricostruire la storia di quei luoghi, raccontando la vita laboriosa del villaggio del Nord Sardegna, oggi diventato un sito archeologico, meta continua di visitatori.