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Si sono conclusi i lavori della Sottocommissione della VI Commissione (Salute e politiche sociali) sull'esame della Proposta di Legge “Reddito di cittadinanza e contrasto della povertà. Fondo regionale per il reddito minimo di cittadinanza”, primo firmatario Luca Pizzuto, Sel.  Il testo, rinominato “Reddito di inclusione sociale” , è stato riformulato alla luce delle osservazioni dei componenti della Sottocommissione e il contributo della Alleanza sarda contro le povertà, prevede un piano sperimentale triennale che, legandosi al criterio della lotta alla dispersione scolastica, permetterà di soddisfare le istanze di circa 5000 famiglie sarde. 

I cinque componenti della Sottocommissione auspicano che nelle prossime settimane il testo possa essere esaminato dalla IV Commissione per poi arrivare all'esame dell'aula e all'approvazione entro l'anno. 

Soddisfatto l'onorevole Pizzuto che ritiene lo strumento del Reddito di Inclusione Sociale una misura imprescindibile per il riequilibrio della povertà in Sardegna: “Nella nostra visione il Reddito di Inclusione sociale non è una semplice erogazione monetaria ma è un Patto tra la Regione e il beneficiario, costruito per fornire strumenti finalizzati all’emancipazione dell’individuo, affinché egli sia successivamente in grado di adoperarsi per garantire a se stesso e alla propria famiglia una esistenza dignitosa e un’autosufficienza economica. Abbiamo iniziato una guerra contro la povertà e intendiamo vincerla”. Sulla stessa linea gli altri componenti della Sottocommissione. In particolare, Ruggeri afferma che si tratta di “un passo importante nella lotta alla povertà: finalmente il tema dell'inclusione e dei poveri torna ad essere parte del vocabolario politico. Non sono politiche di carità, ma di presa d'atto di diritti universali che devono essere il riferimento della politica”. Gli fa eco Augusto Cherchi che intende il Reddito di inclusione sociale come “una misura importante e fondamentale di fronte ad una Sardegna che vede crescere il numero dei poveri: la Sardegna deve accrescere la produzione di ricchezza e pensare a chi non raggiunge il minimo per vivere una vita dignitosa”, mentre Giuseppino Pinna ritiene che “questo disegno di legge rappresenti un passo importante verso le povertà estreme anche perché finalizzato al reinserimento sociale delle persone che versano in grave difficoltà”.