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Olbia si è fermata ieri sera nel ricordo delle vittime del Ciclone Cleopatra: sono passati due anni da quel tragico 18 novembre del 2013 ma la città non dimentica.
Un corteo silenzioso, composto da oltre 500 persone è partito dalla Chiesa di Sant'Antonio per poi percorrere le "vie del fango", toccando le zone maggiormente colpite dall'alluvione. E tutti ancora adesso fanno i conti con una ricostruzione che ancora non c'è stata. Via Lazio, via Malta, sino ad arrivare in via Cina. Una città ferita, ancora di più dopo l'alluvione di pochi mesi fa, che ogni giorni scopre nuove fragilità.
Un dolore che si legge negli occhi delle mamme, dei bambini e dei nonni che non sono voluti mancare a questo triste anniversario, fatto di silenzio e di tanta umanità, con un lungo corteo che si è fermato davanti ad ogni casa e luogo in cui hanno perso la vita i cittadini olbiesi vittime di Cleopatra.
L'elenco è lungo: Anna Ragnedda aveva 83 anni quando è annegata nella sua casa in via Lazio; così come Maria Massa, 88 anni, in via Romania. Patrizia Corona, di 42, e la figlia Morgana di 2, rimasero intrappolate all'interno della loro auto finita nel canale di via Cina. Francesco Mazzoccu, 37 anni, e il figlio Enrico di 3, morti nel tentativo disperato di mettersi in salvo; Bruno Fiore, 68 anni, Sebastiana Brundu, 61 anni, e Maria Loriga, 54 anni, precipitati dentro una voragine sulla strada provinciale 38. E ancora: un'intera famiglia italo-brasiliana, Isael Passoni e Cleide Maria Rodriguez, entrambi di 42 anni, e i loro figli Laine Kellen e Weriston Passoni, rispettivamente di 16 e 20 anni, morti come topi in trappola in un seminterrato ad Arzachena.