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Sono diciotto, ma l'elenco è destinato ad allungarsi, i sindaci che stamane hanno inviato una lettera per sollecitare la Regione ad avviare subito tutte le procedure di verifica e rideterminazione delle risorse che consentirebbero di scongiurare il rischio della cassa integrazione per i 527 lavoratori dell'Ati Ifras, cioè quelli del Parco Geominerario. Gli amministratori locali di Carbonia, Iglesias, Sant'Antioco, Calasetta, Sant'Anna Arresi, Narcao, Morgongiori, Donori, Siliqua, San Vito, Villacidro, Buggerru, Orani, San Nicolò Gerrei, Santadi, Ballao, Armungia, Domusnovas si dichiarano preoccupati per le pesanti ripercussioni economiche nei Comuni. Nel documento, inviato al presidente della Giunta e agli assessori del Lavoro, dell'Industria e dell'Ambiente, i primi cittadini paventano il rischio del blocco dei lavori di recupero ambientale, bonifica e valorizzazione del territorio che i dipendenti del Parco stanno realizzando in decine di comuni proprio a causa "del rallentamento da parte della Regione nell'autorizzare l'utilizzo delle risorse assegnate". Di qui la richiesta, più volte avanzata in questi mesi, "di avviare con immediatezza la procedura di verifica e rideterminazione delle risorse che scongiurerebbe le pesanti ricadute nell'occupazione di centinaia di lavoratori". Gli amministratori sottolineano anche "che grazie al lavoro prestato in questi anni dai dipendenti Ati Ifras si sono potute realizzare e completare centinaia di opere di pubblica utilità con indubbio beneficio per le comunità locali, e che le loro buste paga hanno contribuito ad alimentare l'indotto e il tessuto economico dei nostri paesi".