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"Trovo la dichiarazione del presidente Pigliaru sulla riforma della scuola di Renzi al limite dell'imbarazzante per la superficialità del giudizio espresso su una questione così rilevante, che avrebbe meritato una battaglia strenua almeno in difesa delle prerogative autonomistiche e una affermazione insindacabile del principio di insularità e specialità della Sardegna". Lo afferma il deputato sardo di Sel, Michele Piras, che si dice deluso dal governatore.
"Una vera delusione per chi come me ha condotto una aspra battaglia parlamentare e politica che impedisse il peggio di questa legge che – ricorda l'esponente di Sel, uno dei partiti della coalizione di centrosinistra che sostengono la Giunta regionale – contiene un piano assunzionale che impantana in una eterna precarietà decine di migliaia di persone, che introduce elementi di neo autoritarismo come la figura del 'preside onnipotente', che impone la deportazione di migliaia di docenti, fra i quali tanti sardi che fra quest'anno e il prossimo faranno le valige per attraversare il mar Tirreno".
"Ci dica allora il presidente se considera positivo che una persona di 45 anni, precaria della scuola da 10-15, che nonostante tutto è riuscita a costruirsi un progetto di vita, ad avere dei figli, ora debba vedersi costretta a mandare all'aria tutto, costretta e ricattata sulla scelta fra una stabilizzazione (tutta da vedere) e la propria famiglia, gli affetti, le amicizie – attacca -. Stiamo parlando di persone in carne ed ossa, che hanno chiesto una mano alla Regione autonoma, che pongono una questione che non può essere liquidata con tanta superficialità senza determinare un problema politico e di relazione di proporzioni enormi".  

"Un docente universitario, presidente di una Giunta composta al 90% da professori, non sa che una legge può essere impugnata nelle parti che si ritengono illegittime, senza intaccare quelle che, secondo lui, sarebbero 'cose buone'?", lo domanda Ugo Cappellacci, coordinatore di Forza Italia, commentando la decisione del presidente Francesco Pigliaru di non ricorrere contro la legge sulla cosiddetta "Buona scuola".
"Poiché non oseremmo mai pensare ad un caso così clamoroso di ignoranza, resta in piedi solo un'ipotesi: Pigliaru ha una fifa tremenda di affrontare il Governo, perché risponde e obbedisce ai suoi capibastone anziché ai sardi che lo hanno eletto. Del resto un'idea su questo atteggiamento tutt'altro che coraggioso i sardi l'avevano già, visto che la Giunta, ossequiando la volontà di Renzi, ha ritirato tutti i ricorsi presentati nella precedente Legislatura, millantando risultati inesistenti e restando di fatto con un pugno di mosche. Allora il risultato è stata la perdita di centinaia di milioni di euro, oggi la migrazione forzata di molti nostri cervelli. Questi sono i risultati – conclude Cappellacci – di un presidente che difende il Governo dai sardi anziché i sardi dal Governo". 

"Sono state disattese le indicazioni della Giunta e del Consiglio regionale sul piano di dimensionamento scolastico regionale in riferimento all'autonomia scolastica del Liceo Lussu di Sant'Antioco ed all'accorpamento dell'istituto alberghiero di Budoni". La formale protesta nei confronti del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini da parte della Commissione Istruzione dell'Assemblea sarda sarà probabilmente contenuta in una risoluzione sull'argomento. Lo ha annunciato il presidente dell'organismo, Gavino Manca (Pd), durante l'audizione dell'assessore regionale Claudia Firino.
Riguardo la situazione di Budoni, l'esponente della Giunta ha riferito che "è stata portata all'attenzione del ministro nel corso del recente incontro a Roma ed il disguido sarebbe stato causato dalla mancata modifica, in sede ministeriale, dei relativi codici meccanografici".
L'assessore si è detta invece "stupita" delle valutazioni fatte dal ministero a proposito delle deroghe non riconosciute a Sant'Antioco ("per il Miur non è ricompreso nelle isole minori") e con Manca ha rimarcato le prerogative della Regione in materia di dimensionamento scolastico.