nuove-carceri-vecchi-problemi-uilpa-and-ldquo-carenza-di-personale-and-rdquo

Nuove le strutture, ma è ancora carente il personale nelle carceri sarde. È la denuncia che arriva dalla Uilpa Penitenziari della Sardegna. "Nulla pare essere stato investito – ha sottolineato il segretario generale Eugenio Sarno e inviata anche al ministro della Giustizia, Andrea Orlando – in termini di implementazione delle risorse umane. Gli organici delle varie professionalità fanno registrare gravi carenze. Un esempio su tutti: la Polizia penitenziaria in Sardegna (stabilito nel 2000) è determinato in 1.834 unità (1.636 uomini e 166 donne). Al 15 giugno 2015 risultavano, invece, amministrate 1.385 unità (1.278 uomini e 107 donne).
Ovvero uno sbilancio negativo di 449 unità, pari a circa il 25% dell'organico prefissato".
Altri problemi: "Né si può sottacere – continua il sindacato – come il 40% (4 su 10) degli istituti penitenziari sardi sia privo di un dirigente titolare (Is Arenas, Mamone, Tempio Pausania, Lanusei) e debba, di contro, avvalersi delle prestazioni 'a scavalco' di dirigenti titolari della direzione di altri istituti". Tante le rivendicazioni: "Delle criticità strutturali, anche degli istituti di recente apertura, – insiste l'Uilpa – abbiamo già ampiamente dato conto spesso a seguito di episodi che hanno visto in pericolo l'incolumità fisica del personale. Che la gestione complessiva delle detenzione in Sardegna abbia necessità di un piano definito si appalesa dai tanti, troppi, eventi critici che si registrano negli istituti: atti di autolesionismo, tentati suicidi, risse ed aggressioni al personale sono cronaca quasi quotidiana".
Ora c'è un'altra novità: "Da alcuni giorni – prosegue il sindacato – si è deciso di assegnare un nuovo Provveditore regionale che ha già, però, la titolarità del Triveneto (ovvero il comprensorio penitenziario più vasto per estensione territoriale e che ha sul territorio 27 articolazioni e istituti penitenziari). Una scelta molto discutibile. Se è vero che la Sardegna è stata individuata come polo penitenziario di primo livello non può non essere gestita ed amministrata da un dirigente generale titolare non oberato da altre incombenze. Fra l'altro pur nella rigidità ragioneristica dei numeri ci sarebbe la possibilità di nominare un nuovo dirigente generale".