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Vincenzo Onorato, patron di Moby, è salito al 100%, dall'attuale 40%, di Tirrenia-Cin. Lo annuncia il deputato di Unidos, Mauro Pili, che denuncia: "I mari sardi diventano monopolio assoluto con la complicità di Regione e Governo". Il parlamentare ha subito presentato un ricorso-esposto all'Autorità garante per la concorrenza e i mercati. Si attendono le mosse dell'a.d di Tirrenia, Ettore Morace, che si era detto pronto a dimettersi in caso di cambi societari. 

Il termine per l'operazione, originariamente fissato al 31 luglio, è poi slittato al 30 settembre: entro quella data Onorato era chiamato a trovare l'accordo con il fondo americano Och-Siff, per l'acquisizione delle quote di Tirrenia detenute da Clessidra (35%) da GIP (Genova Investimenti Portuali, col 15%) e da Shipping Investment (10%), oltre che al 32% di Moby controllato dalla stessa Clessidra. "La vendita – attacca Pili – si doveva bloccare a monte. Invece Regione e Governo sono stati a guardare. Un monopolio dei mari che si combatte solo in un modo – suggerisce il parlamentare sardo – revoca della convezione in base all'art.15 perché non vi è più l'interesse pubblico".
Al deputato non è piaciuta nemmeno la mossa "tardiva" della Regione con l'esposto all'Agcm, giudicato "una letterina modesta, inutile e priva di qualsiasi efficacia. Come capita spesso faranno finta di opporsi ma non faranno niente per contrastare realmente questo nuovo monopolio".
Secondo le informazioni raccolte da Pili "l'operazione sarebbe stata siglata anche negli aspetti finanziari: a Clessidra andranno 80 milioni di euro, agli altri soci di Tirrenia 20 milioni. E questa operazione comporta, rispetto alle analisi elaborate dalla stessa Autorità garante della Concorrenza, una concentrazione in un unico soggetto di oltre il 90% del fatturato e del mercato – denuncia il deputato – Si tratta sostanzialmente di una vera e propria fusione societaria che aggraverà la posizione dominante e rafforzerà ulteriormente la concentrazione limitando la già ridotta concorrenza sul settore. Per questo motivo – conclude l'esposto di Pili – si chiede l'intervento autorevole dell'Autorità, al fine di valutare gravi e censurabili violazioni relative a posizione dominante, concentrazione e alterazione della concorrenza nei mercati anche in virtù del rilevante contributo statale (73 milioni di euro) di cui è beneficiaria la società stessa". 

"Un anno fa il Consiglio regionale ha discusso una mozione di Forza Italia e approvato un ordine del giorno che impegnava la Giunta a contrastare in ogni sede l'ipotesi monopolio e a combattere il fenomeno del caro traghetti. Spiace che soltanto ora, forse tardivamente, la Giunta regionale si svegli dal suo torpore e prenda carta e penna per scrivere all'Antitrust". Lo afferma la consigliera regionale di Forza Italia, Alessandra Zedda in merito alla scalata in Tirrenia da parte di Vincenzo Onorato.
"In un anno e mezzo le uniche modifiche della convenzione sono state a vantaggio della compagnia di navigazione e l'esecutivo non si è minimamente preoccupato del miglioramento delle tariffe e delle tratte per i sardi e per i turisti – aggiunge l'esponente dell'opposizione -. Hanno deposto la bandiera della battaglia promossa nella scorsa Legislatura che è stata caratterizzata da due vittorie importanti: la prima è quella della giunta Cappellacci e dei consumatori davanti all'antitrust contro il caro traghetti con quel ricorso di cui qualcuno negava l'esistenza e che invece non solo esisteva ma è stato vittorioso. Anche la flotta sarda, tanto odiata nei palazzi della politica quanto apprezzata dai sardi, non solo ha portato mezzo milione di turisti in Sardegna, ma ha svolto, come testimoniato dall'antitrust, un ruolo di calmiere dei prezzi – osserva Zedda -. Per questo meritava una difesa più determinata da parte di chi invece, come un piccolo Monti, si è adeguato al ce lo chiede l'Europa. La seconda è quella che ha visto l'esecutivo del centrodestra prevalere sullo Stato davanti ai giudici costituzionali con una sentenza storica perché da allora in poi nessuna decisione può essere presa senza il consenso della Sardegna". 

"Nel caso andasse a buon fine la scalata a Cin-Tirrenia da parte del presidente della Moby Vincenzo Onorato, il mercato dei mari sardo cadrebbe per il 90% nelle mani di un'unica società sotto il controllo di Onorato stesso. Questo contesto segnerebbe l'addio alla libera concorrenza, ai diritti dei consumatori a tariffe sostenibili, al marketing territoriale, allo yield management, alla pianificazione turistica e alle politiche commerciali sull'import/export delle merci". Così, in una nota, gli indipendentisti di Irs che vedono all'orizzonte "un ulteriore e conclusivo scippo alla Sardegna della sua già quasi inesistente sovranità sui trasporti".
"Bene hanno fatto la Giunta e l'assessore ai Trasporti Massimo Deiana a presentare un esposto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato avverso la scalata dell'armatore Vincenzo Onorato a Cin-Tirrenia, poiché – si legge ancora nella nota – non è accettabile che la quasi totalità delle quote di mercato risiedano nelle mani di una sola società, certificando di fatto un regime di monopolio finanziato oltretutto con 72 milioni di euro di contributi pubblici".
Irs sostiene l'azione della Giunta "nel voler bloccare la scalata dell'armatore Onorato. Se si vuole ripartire con una politica dei trasporti seria la prima cosa da eludere è che si formi un monopolio di fatto – conclude il comunicato – iRS ha da sempre sostenuto la creazione di una flotta sarda capace di garantire il diritto dei sardi alla mobilità e che rappresentasse, in secondo luogo, un dispositivo di programmazione economico e turistico".