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La Regione vuole mettere a sistema i servizi di mediazione culturale, finora in capo alle Province, e per farlo ha deciso di stanziare 2,4 milioni, risorse del Programma operativo del fondo sociale europeo 2014-2020. È quanto prevede una delibera approvata dalla Giunta su proposta dell'assessore del Lavoro, Virginia Mura. In attesa che si definisca la riforma degli enti locali, la Regione interviene con un progetto sperimentale per garantire la continuità dei servizi già esistenti e per far sì che gli stessi siano uniformi in tutta la Sardegna. Sarà l'Agenzia del lavoro a predisporre il progetto biennale, in raccordo con la Direzione generale del lavoro e l'Autorità di gestione del Programma.
I 50 mediatori culturali presenti in Sardegna sono, nella maggior parte dei casi, cittadini immigrati con competenze acquisite sul campo. I servizi offerti variano dalla traduzione all'accompagnamento, all'orientamento in ambito sociale, scolastico, sanitario e lavorativo, all'informazione sulle diverse prestazioni cui gli immigrati possono accedere. "La mediazione culturale, da non confondere con la semplice attività di traduzione, è uno strumento fondamentale delle politiche di immigrazione" afferma l'assessore Mura.
"Il nostro progetto è in linea con la strategia della Giunta verso una società inclusiva. All'aumento dei flussi di migranti – conclude l'assessore – occorre rispondere non solo con iniziative che avvicinino l'opinione pubblica a una società multiculturale e prevengano fenomeni di intolleranza e di razzismo, ma anche con proposte che favoriscano la piena integrazione".