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In una telefonata del gennaio 2006, intercettata dagli investigatori, Imitias Khan, uno degli arrestati, chiede notizie di Osama Bin Laden alla sorella, la quale gli risponde: "anche lui sta bene, sta dormendo". La risposta, secondo il gip di Cagliari "suggerisce che il noto capo terrorista fosse ospitato nell'abitazione dei familiari di Imitias Khan". Infatti, secondo il gip "non ci sono dubbi che la cellula di Olbia fosse a diretto contatto con i più stretti fiduciari del capo fondamentalista Osama Bin Laden, tanto da essere utilizzata anche come veicolo di diffusione dei suoi comunicati diretti al mondo". 

"Dalle indagini – scrive il gip nell'ordinanza – sono emersi rapporti molto stretti tra gli accusati e organizzazioni terroristiche internazionali, e in particolare contatti di primo livello di Sultan Wali Khan e Zulkifal (e dei loro adepti) con Al Quaeda e il suo fondatore, OSama Bin Laden". "È quasi superfluo evidenziare – prosegue l'ordinanza – che il privilegio di incontrare personalmente Bin Laden, cacciato dai servizi segreti di tutto il mondo occidentale, era riservato a persone strettamente inserite nell' organizzazione terroristica".
Altri elementi che confermano "la contiguità con Al Quaeda emergono dalle intercettazioni che si riferiscono all'atteggiamento da tenere nei confronti delle forze di Polizia". "In numerosi dialoghi diversi soggetti – aggiungono i magistrati – riferirono di essere stati interrogati dalla Polizia, che continuava a fare loro domande su Al Quaeda, sui talebani e su Osama Bin Laden, e di aver seguito il consiglio di Sultan Wali Khan (uno degli arrestati) il quale li aveva istruiti affinché fingessero di non parlare italiano". "'Come mi ha detto Sul-tan, non dovevamo parlare l'italiano, sono stato zitto!'"