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Dalle conversazioni intercettate tra i componenti della cellula di Al Qaida che ha operato in Sardegna è emersa la presenza in Italia di un kamikaze e l' ipotesi che si progettasse un attentato in Vaticano. Lo hanno riferito gli inquirenti nel corso della conferenza stampa in procura a Cagliari. 

Secondo quanto reso noto dal procuratore Mauro Mura, l'ipotesi di progetto di attentato in Vaticano risalirebbe al marzo del 2010, durante la permanenza in Italia del kamikaze pakistano. 

"Quella missione che noi ti abbiamo affidato, è importante eliminare il loro plar(capo)…Cosa hai fatto?… Ci sono tanti soldi sul loro papa (o baba), noi stiamo facendo una grande jihad contro di lui…". E' questa la conversazione, intercettata il 19 settembre 2010, che farebbe riferimento, secondo gli inquirenti, ad un attentato con l'uso di esplosivi da compiere in Italia, probabilmente in Vaticano. "L'obiettivo dell'attentato – scrive il gip – non è stato individuato con un sufficiente livello di precisione; molto verosimilmente, tuttavia, si trattava di un luogo pubblico di Roma" come indica la frase pronunciata in una intercettazione del 24 settembre di una telefonata fatta a breve distanza da piazza San Pietro: "Roma era piena, quanto arriverà a quattro milioni di persone, se lui entrerà dentro, in mezzo alle persone.. No, lui, in quell'aria delimitata, però qui". "Questo ha condotto gli inquirenti – è scritto sempre nell'ordinanza – a ipotizzare che l'attentato si dovesse svolgere" in Vaticano."Da quel poco che si dice sembra una ipotesi del 2010 senza seguito. Quindi la cosa non è oggi rilevante e non è motivo di particolari preoccupazioni". E' quanto risponde all'ANSA il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, sulle ipotesi di progetto di attentato in Vaticano riferite dalla procura di Cagliari. 

Il possibile attentato terroristico in Vaticano potrebbe essere sfumato dopo una perquisizione effettuata dalla Polizia a casa di uno degli indagati nel marzo del 2010. Due kamikaze pakistani erano appena sbarcati a Roma. Quasi contemporaneamente la Polizia fece scattare delle perquisizioni. L'organizzazione contattò i due terroristi, facendo capire loro di dover "cambiare aria".
Raggiunsero subito uno Olbia e uno Bergamo. Durante la successiva perquisizione a carico del capo della comunità islamica di Olbia fu trovato un foglio di carta con il voto al martirio di uno dei terroristi. 

"Il timore più grande – ha detto Parolin – è quello che possano essere coinvolte persone innocenti in attentati. Non mi sembra però di percepire in Vaticano una preoccupazione esagerata, certo bisogna stare attenti". "Credo che anche da un punto di vista della sicurezza – ha sottolineato – ci siano delle garanzie, tutte le strutture che si occupano di sicurezza sono particolarmente attente ma non mi pare ci sia assolutamente un allarme. Siamo esposti come tutti a questa minaccia, come abbiamo visto anche in Francia"