Nove donne su un palco, quello del Teatro Garau di Oristano, a raccontare davanti alla presidente della Camera Laura Boldrini quanto sia difficile fare impresa e lavorare in Sardegna. Ma anche a dimostrare, con la loro storia personale, che si può fare e che le soddisfazioni, proprio per le grandi difficoltà, sono anch'esse grandi. "Continuare a tagliare fuori le donne dal mondo del lavoro significa continuare a non fare gli interessi del paese", ha detto la terza carica dello Stato dopo aver ascoltato le storie di Elisabetta Caschili, Alessandra Argiolas, Patrizia Sardo, Susanna Naitza, Cristiana Collu, Carolina Melis, Daniela Zedda, Daniela Ducato e Anna Piras.
"Siamo tutte donne consapevoli, con competenze, che vogliono essere rispettate in quanto donne senza fare manifestazioni. In Italia – ricorda – solo il 47% di donne lavora e questo, secondo il Fondo monetario, costa al Paese il 15% in meno di Pil. Non si tratta di femminismo ma di sano realismo: tagliare fuori una fetta di società vuol dire non fare l'interesse del Paese".
"Abbiamo fatto la cosa giusta, voi siete tutte degne dell'eredità di Eleonora d'Arborea, Grazia Deledda e Maria Lai, le tre donne che abbiamo voluto ricordare con questo mio viaggio in Sardegna", ha commentato alla fine la presidente che nel corso della serata, dedicata appunto al tema "Donne e lavoro in Sardegna", ha ribadito che l'Italia non è ancora un Paese capace di garantire alle donne le stesse opportunità degli uomini. "La nostra non è ancora la società ideale. Altrimenti non saremmo qui stasera", ha chiarito, spiegando che sa bene di rischiare il "pubblico ludibrio" ogni volta che pretende di essere chiamata "la presidente" e non "il presidente". Ma ha aggiunto che continuerà a farlo finché sarà necessario, perché è un problema importante, un passo necessario "per aprire veramente il mondo del lavoro alle donne".
Finale a sorpresa e in qualche modo in tema. Sul palco è salita la vicesindaco Giuseppina Uda per regalare alla presidente della Camera una riproduzione in ceramica della maschera de su Cumponidori, il cavaliere androgino, che proprio a Oristano da tempo immemorabile conclude il Carnevale guidando la giostra equestre della Sartiglia.