Si parla tanto in questo periodo di diritti a rischio, di jobs act e di articolo 18, ma spesso ci dimentichiamo di quanto sia già tragicamente precarizzato il mondo del lavoro e di quanto gravi siano le ingiustizie che molti lavoratori sono purtroppo obbligati a subire. Come Gabriella Cucinotta, 40 anni, da 18 infermiera e da 7 strumentista con contratto precario in sala operatoria presso l'ospedale Santa Barbara di Iglesias che proprio in questi giorni sta sperimentando con diversi suoi colleghi quanto impietose possano essere le normative, la burocrazia e il sistema italiano: “Nel 2007 portai il curriculum in Asl e dopo aver partecipato a una selezione pubblica entrai a lavorare in sala operatoria come strumentista, – racconta la donna – da quel momento in poi partecipai a diverse selezioni e fui sottoposta, sempre con esito positivo, alle valutazioni annuali indicate dall'azienda per verificare il raggiungimento degli obbiettivi”.
Ma dopo 7 anni di valutazioni positive, di esperienza e professionalità maturata sul campo e di rinnovi contrattuali, succede qualcosa: “A un certo punto dopo ripetute rassicurazioni verbali da parte dei miei superiori sul fatto che presto sarei stata stabilizzata insieme ad altri miei colleghi, stanca di aspettare e credere alle parole, decido di cominciare a far valere i miei diritti e a chiedere la stabilizzazione. Da quel momento, dopo aver fatto presente che in tutta Europa si sta procedendo in questo modo, in azienda si mettono sulla difensiva e rifiutano ogni ragionamento o percorso di quel tipo. Dopo aver fatto interessare del caso il mio legale, sarà una coincidenza, ma l'azienda dichiara la mia posizione lavorativa vacante e decide di indire un concorso pubblico per ricoprire la mia mansione” spiega la donna.
Un concorso pubblico che nella prima fase non tiene conto della professionalità, dell'affidabilità e dell'esperienza maturata in anni di servizio e così Gabriella Cucinotta viene eliminata nella preselezione: “Al concorso, che terminerà entro l'estate, stanno partecipando 3800 persone. Io sono stata eliminata nella preselezione che si è tenuta il 25-26 febbraio scorsi. Tengo a precisare che il mio ricorso è arrivato ben prima che fosse indetto il concorso e in molti dentro l'azienda mi avevano consigliato di non farlo per scongiurare eventuali problemi. Ma ho deciso ugualmente di espormi oltre che per me stessa, anche per tutti quei colleghi nella mia stessa situazione che hanno avuto paura di farlo e che subiscono gli eventi in silenzio. Credo che questo posto di lavoro me lo sia ampiamente meritato sul campo e nessuno può affermare il contrario e proprio per questo motivo sono fortemente determinata ad andare fino in fondo per far valere i miei diritti, attualmente negati”.