Attacco al presidente della Camera di commercio di Cagliari, Giancarlo Deidda. Chiesta la convocazione di un Consiglio straordinario dell'ente. All'ordine del giorno un solo punto: la mozione di sfiducia del presidente.
L'eventuale voto a favore della richiesta – hanno spiegato questa mattina i rappresentanti delle più importanti associazioni che rappresentano il mondo produttivo del sud Sardegna – porterebbe alla decadenza di Deidda. Il mandato naturale scadrebbe invece nel febbraio del 2016.
La richiesta è stata presentata lunedì scorso e il Consiglio deve essere convocato entro due settimane. Il presidente di Confindustria meridionale, Maurizio De Pascale, è stato il più chiaro di tutti: "Noi siamo i soci, chiediamo un cambiamento: il destinatario saprà trarre le conseguenze".
L'alleanza contro Deidda. Un'alleanza per il cambio di marcia della Camera di commercio e per sollecitare l'addio del presidente Giancarlo Deidda. Dentro ci sono Confcommercio, Confesercenti, Cna, Casartigiani, Coldiretti, Confindustria, Confapi: sono stati questa mattina gli stessi rappresentanti delle sette associazioni a spiegare le ragioni dello "strappo" con l'attuale timoniere.
"L'ente ha perso l'impulso iniziale – ha detto Maurizio De Pascale – e non soddisfa le esigenze che questa crisi richiede: si è splendidamente isolato da tutto il contesto".
Un comunicato congiunto delle sette organizzazioni è stato letto durante la conferenza stampa di questa mattina dal presidente di Confapi, Gianfrancesco Lecca. "L'azione – recita il documento – della Camera oggi ha necessità di un forte cambio di marcia, di strategie aggiornate ai tempi, di velocità gestionale e amministrativa, di portare all'esterno risposte adeguate ai tempi e alle necessità delle imprese. Oggi avvertiamo un distacco tra il concreto e vario mondo dell'economia e la Camera di commercio".
Significativo il passaggio sui vertici dell'ente: "Il presidente rappresenta sì l'istituzione, ma ha nella sostanza il compito di rappresentare il punto di sintesi e di guida dell'azione camerale. Quindi sosterremo il presidente che è e non può che essere il presidente di tutti".
Conclusione: "La macchina amministrativa della Camera è certamente funzionante ma, se non adeguatamente indirizzata e stimolata con obiettivi e tempi precisi, l'amministrazione rischia di decadere in burocrazia autoreferenziale col rischio letale di perdere la propria identità".