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Domani mattina a Gesico, oltre al padrone di casa, anche i sindaci di Mandas, Siurgus Donigala, Suelli, unitamente a diversi altri colleghi del territorio, si recheranno alle Scuole Elementari per firmare i moduli di iscrizione alla scuola per ribadire, ancora una volta, che la scuola non sia soppressa.
"Negli scorsi anni – ha spiegato il primo cittadino di Mandas Umberto Oppus – ci siamo battuti in sede di Conferenza Unificata per assegnare nuove risorse al territorio. Gesico ha avuto dallo Stato 128 mila euro per le scuole elementari e medie. Oggi la si vuol chiudere. Che senso ha questa schizofrenia politica? Si rispetti la volontà di tutta una comunità".
Da qui la decisione di testimoniare la solidarietà dei colleghi al sindaco di Gesico Rodolfo Cancedda ed avviare una grande campagna di protesta. 

"Il superamento delle pluriclassi, pesantemente negative per la qualità dell'istruzione, si deve fare, ma in un modo radicalmente diverso da quello imposto dallo Stato. La Regione sta subendo, ieri, nella scorsa legislatura, e ancora oggi, la linea del Ministero". E' di "netto dissenso" la posizione che esprime il presidente dell'Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, replicando alle dichiarazioni del presidente della Regione, Francesco Pigliaru sulla chiusura di 29 pluriclassi di altrettanti plessi scolastici nell'Isola.
"Diciamo forte che si tratta di un errore e di un altro passo, al di là delle intenzioni, verso la mortificazione e l'estinzione delle piccole comunità locali. I nostri paesi sono un patrimonio speciale della Sardegna. Nell'incontro di giovedì col Presidente e con l'assessore Firinu abbiamo messo sul tavolo una proposta: stop per questo anno alle chiusure, tempo pieno con risorse regionali e piano scolastico intrecciato con i progetti di sviluppo territoriale e pianificazione a livello delle nuove Unioni dei Comuni – aggiunge Scano – Abbiamo detto che non lasceremo soli i sindaci dei piccoli e dei grandi Comuni con i problemi delle loro comunità e questo impegno manterremo su tutti i fronti, a partire dalla programmazione delle risorse e dalla visione dello sviluppo. Con grande decisione e coinvolgimento popolare. E con lo sforzo per convincere gli organi della Regione a cambiare strada e a muoverci insieme nella stessa direzione. La chiusura delle scuole è l'effetto dello spopolamento, non ne è la causa principale, ma lo spopolamento va combattuto sul serio. Non si può prenderne atto e rassegnarsi".