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L'Europa sposa il piano di eradicazione della peste suina africana e stanzia una prima tranche di risorse per l'attuazione delle azioni previste nel programma. Si tratta di 1,080 milioni di euro che ieri Bruxelles ha sbloccato in una sorta di "apertura di credito" verso l'Isola che da 30 anni combatte contro la peste suina. La novità, anticipata alla stampa, è stata comunicata dagli assessori della Sanità e dell'Agricoltura, Luigi Arru ed Elisabetta Falchi, dai componenti dell'unità di progetto, il professor Josè Manuel Sanchez-Vizcaino, esperto di peste suina, e Alberto Laddomada, della direzione generale della Sanità della Commissione Europea, e dai presidenti delle commissioni consiliari della Sanità e dell'Agricoltura, Mondo Perra e Luigi Lotto, alle commissioni Agricoltura e Sanità riunite in seduta comune in Consiglio.
Il piano, presentato giovedì scorso alle associazioni degli allevatori, verrà avviato con una comunicazione capillare nelle campagne e nei comuni, anche attraverso testimonial d'eccezione, e con i primi controlli non ispettivi per permettere a chi alleva suini di mettersi in regola confinando i capi ed evitando il pascolo brado, una delle principali cause della diffusione della malattia. In questa prima fase gli allevatori "illegali" potranno emergere grazie a 10 mln di fondi Argea per l'aiuto alla realizzazione dei recinti. Contemporaneamente chi emerge avrà una premialità con la possibilità di aderire alle misure di benessere animale già previste per gli allevamenti ovini.
"Sono tre le questioni di fondo – ha detto Vizcaino – in presenza della peste suina la produzione è costata di più, il prodotto non vale niente nel mercato Europeo ma vale solo a livello locale e rappresenta, per contro, un grande potenziale.
Il prodotto sardo può essere il Patanegra (prosciutto spagnolo) del futuro. Per questo motivo il nostro programma è basato sul rischio e andremo a cercare dove c'è un problema, non dove le cose sono in regola e vanno bene". Se, però, dopo una fase di tolleranza ci saranno ancora allevamenti 'illegati', la Sardegna è pronta a ricorrere all'abbattimento dei capi. "Dobbiamo far capire che stiamo facendo un'azione di valorizzazione del prodotto, vuol dire anche eliminare eccesso di burocrazia e di medicalizzazione del rapporto veterinario-allevatore per chi è in regola – ha spiegato Arru -. E' una battaglia culturale ancor prima di quella della legalità". Secondo l'assessore Falchi "la Sardegna può vincere questa sfida che passa non solo attraverso azioni punitive, ma soprattutto attraverso interventi premiali".
"Il piano – ha aggiunto Laddomada – sarà sottoposto a revisione da parte della Commissione Ue entro novembre 2015".
Infine Perra (Psi) ha evidenziato l'aspetto comunicativo del piano, mentre Lotto (Pd) ha osservato che se questo piano andrà "in porto, il risultato vale un'intera legislatura".