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In quattro anni il debito pubblico della Sardegna scenderà di 770 milioni di euro, passando dall'attuale 1 miliardo e 400 milioni ai 630 milioni stimati al 31 dicembre del 2018 grazie all'accordo siglato a luglio a Roma che, fra le altre cose, consentirà di utilizzare 200 milioni all'anno di riserve erariali per abbattere il debito esclusivamente in Sardegna. Lo precisa, in una nota la Regione, in merito ai dati diffusi oggi dalla Cna.
"Ecco perché le polemiche sul mutuo infrastrutture da 600 milioni non hanno senso – ha detto l'assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, chiudendo il congresso in cui la Confederazione Nazionale Artigianato ha presentato il quinto rapporto congiunturale sulle imprese – ci stiamo indebitando non per pagare spese correnti ma per fare investimenti, aprire cantieri, creare occupazione e far ripartire l'economia perché in un momento di recessione come questo l'economia può ripartire solo con un forte intervento pubblico di stampo keynesiano, che non servirà certo a "scavare buche" ma a recuperare il gap infrastrutturale che da sempre affligge la Sardegna".
Il vicepresidente della Regione ha ricordato che "proprio grazie all'accordo di luglio sul pareggio di bilancio, quello che dal 2015 ci libererà dai vincoli del patto di stabilità, abbiamo portato a casa anche la partita delle riserve erariali, cioè 200 milioni di euro all'anno che potremo spendere per abbattere il debito pubblico solo della Sardegna. In pratica, questo renderà pienamente sostenibile il mutuo per investimenti che stiamo contraendo".
"Ci sono idee, forza e fiducia. C'è consapevolezza delle difficoltà odierne delle imprese ma anche ottimismo per il futuro che vogliamo trasmettere alle imprese, ed è una fiducia che nasce dal fatto che stiamo lavorando insieme. Ce la facciamo, certo non in quattro mesi o in un anno, ma ce la faremo senza ombra di dubbio".