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Sette mesi di attesa per una visita, quando arriva il giorno non trova il medico. Questa assurda storia, spesso di ordinaria amministrazione in Italia, ha visto come protagonista Giovanna Dessì, quarantenne sulcitana, che nel mese di maggio a causa di un problema fisico ha dovuto prenotare una visita specialistica che il cup dell'ospedale Santa Barbara di Iglesias le ha fissato il 3 ottobre successivo, oltre 5 mesi dopo. Ma verso fine settembre, a pochi giorni dalla data prevista, viene contattata dal centro di prenotazione dell'ospedale e la visita viene addirittura spostata al 5 dicembre.

A fine novembre, sempre dolorante ma convinta di poter essere, da li a pochi giorni, finalmente visitata, viene nuovamente contattata dall'Asl che le comunica un ulteriore e inspiegabile spostamento della prenotazione al 9 dicembre.

La mattina di martedì 9, dopo oltre 7 mesi di attesa e dolori si reca a pagare il ticket (20 euro) e la sera si presenta al terzo piano dell'ospedale Santa Barbara di Iglesias per la visita, ma al suo arrivo non trova nessun medico ad aspettarla. Chiede informazioni ma nessuno sa risponderle. Preoccupata, scende al piano inferiore e dopo essersi messa in fila e aspettato il proprio turno, riesce a interloquire con un operatore del CUP che dopo aver ascoltato le sue sacrosante proteste, candidamente risponde: “signora, forse si sono dimenticati di avvisarla”.  La signora Giovanna, stanca, dolorante, esasperata e rassegnata si volta e torna a casa:



“Sono sinceramente amareggiata perché ho sempre creduto nelle istituzioni e nel rispetto delle stesse verso le persone. A oggi non sono ancora riuscita a farmi visitare e a scoprire le cause dei miei malanni e mi sento scoraggiata in partenza a ripetere l'iter di prenotazione all'ospedale dopo aver perso oltre 7 mesi senza validi motivi”, dichiara Giovanna Dessì. “Tra l'altro, ho anche pagato il ticket e mi chiedo come si possa far pagare per una prestazione se poi non è presente nemmeno il medico per effettuarla. Non so se queste situazioni siano dovute alla burocrazia o ad altri motivi, ma la nostra sanità in questo caso ricorda quella dei paesi del Terzo Mondo” conclude la donna.



Questo è il racconto dell'odissea che ha dovuto subire la signora Dessì per tentare di effettuare una semplice visita di controllo in un ospedale di un paese che vanta di essere annoverato tra i più civili e progrediti del pianeta. Di certo situazioni del genere dimostrano che il problema della burocrazia è gravissimo in Italia e che spesso gli interessi dei cittadini vengono collocati in secondo piano rispetto agli altri..