"Sulle carceri possiamo finalmente passare dalla fase delle emergenze imposte dal sovraffollamento ad una fase più propositiva e di programmazione che riguarda la gestione del numero dei posti disponibili". Lo afferma il ministro della Giustizia Andrea Orlando commentando "con soddisfazione" l'operazione di trasferimento, avvenuta ieri, di 334 detenuti dallo storico carcere cagliaritano di Buoncammino alla nuova struttura di Uta.
"Grazie all'impegno e alla determinazione di Governo e Parlamento – prosegue il Guardasigilli – dopo aver superato con successo la valutazione del Consiglio d'Europa e della Corte dei diritti dell'uomo, possiamo finalmente tornare a programmare la gestione delle carceri sulla base del dettato costituzionale".
"Il mio ringraziamento – conclude Orlando – va al personale e alla Polizia Penitenziaria in servizio nell'istituto, nonchè agli uomini e alle donne delle Forze dell'Ordine che con grande professionalità hanno contribuito a portare a termine con successo l'operazione".
Primo giorno a Uta per i 334 ex detenuti del carcere cagliaritano di Buoncammino. Dopo la sorpresa di ieri per le nuove celle da due posti, per gli spazi verdi e per la cena servita nella nuova grande cucina, la vita all'interno della struttura è iniziata senza intoppi.
Qualche detenuto attende l'arrivo di parte degli effetti personali rimasti nelle celle di Cagliari, tutti si sarebbero detti soddisfatti della nuova sistemazione. La prima cosa che hanno fatto dopo essere entrati in cella – si è appreso da fonti dell'Amministrazione penitenziaria – è stato quella di verificare il funzionamento del televisore.
E mentre si discute del possibile futuro di Buoncammino, si pensa anche alle possibilità offerte dalla casa circondariale di Uta. "Buoncammino era una struttura di fine Ottocento e non era più adatta per assolvere alcune funzioni utili per i detenuti – ha evidenziato il Provveditore regionale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu -.
L'istituto di Uta offre grandi potenzialità dal punto di vista del lavoro e del recupero dei detenuti. Mi auguro che il mondo del volontariato, gli enti locali, ma anche l'imprenditoria locale si faccia avanti. La nuova struttura su questo fronte è un terreno ancora vergine per ogni tipo di attività.
Delocalizzare lavoro impiegando i detenuti offre agli imprenditori anche vantaggi dal punto di vista economico".