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E' una "persecuzione sostitutiva di condanna". Così Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna Natzione indipendentzia, definisce la conferma della sospensione dal lavoro di Bruno Bellomonte da parte del Giudice del Tribunale civile del lavoro di Roma, che mercoledì scorso ha respinto il ricorso contro la sospensione che gli era stata inflitta il 10 giugno scorso "in seguito alla inconsistente montatura antindipendentista denominata Operazione Arcadia".

Sardigna Natzione indipendentzia ritiene che questo "atto persecutorio" nei confronti del ferroviere sassarese accusato di far parte delle nuove Br, "sia una ritorsione di chi non è riuscito a condannare Bruno accostandolo strumentalmente alle Brigate Rosse (formazione italianista e totalmente sconnessa dall'indipendentismo sardo) e tantomeno nella bolla di sapone Arcadia, prossima alla vaporizzazione e dalla quale è comunque uscito già da subito".

Sni "conosce e stima" Bellomonte, dirigente Ampi e co-organizzatore della Manifestazione di Capo Frasca contro i poligoni militari e di quella programmata per il 13 dicembre a Cagliari, e afferma che "ha sempre svolto la sua militanza, come tutti noi, alla luce del sole e che non ha mai creduto nella lotta armata come metodo per risolvere questioni che devono avere una soluzione politica". Sni è convinta nella "dichiarata estraneità di Bellomonte ai fatti che sono alla base della sua sospensione dal lavoro" e ritiene che l'atto del Giudice del Tribunale civile di Roma del lavoro "creerà dei disagi, specialmente alla famiglia di Bruno, ma non fermerà il suo impegno indipendentista ed anzi lo rafforzerà come rafforzerà la lotta indipendentista in generale".