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"L'esercito comprava i missili Milan da sparare nelle basi sarde e poi i vertici militari diventavano presidenti della fabbrica d'armi che li produceva. Questo è accaduto nelle basi militari della Sardegna. Migliaia di missili al torio e affari miliardari che ruotavano negli armamenti della difesa". Lo denuncia il deputato di Unidos Maurizio Pili, spiegando i contenuti dell'interrogazione parlamentare presentata oggi alla Camera.


"E' ora di squarciare un sistema che sta assumendo sempre di più risvolti inquietanti, l'acquisto di armi e la gestione degli approvvigionamenti per la Difesa – continua l'ex governatore sardo -. Vi è una commistione grave e inaudita che deve essere passata al vaglio di soggetti terzi e che non può restare chiusa nelle stanze del Ministero della Difesa. Capi di Stato Maggiore, dalla Difesa all'Aeronautica, dalla Marina all'Esercito, che hanno ripetutamente lasciato i propri incarichi alla Difesa per assumere ruoli di primissimo piano nelle società che producono armi". Per Pili si tratta di "un sistema scandaloso che è sempre stato tenuto sotto traccia proprio dalla politica e non solo.

Un giro di connivenze e affari spaventoso". L'interrogazione parlamentare "mette in luce un sottobosco di rapporti e intrecci davvero preoccupanti. E' un capitolo appena aperto sulle implicazioni che tale sistema ha sulle basi militari in Sardegna, il principale luogo in cui queste armi vengono utilizzate o meglio consumate". "Emergono funzioni e ruoli – sottolinea il parlamentare – in molti casi in coincidenza totale tra chi prima comprava e poi vendeva.
Incarichi di approvvigionamento degli armamenti per conto della Difesa e non solo e poi a capo delle stesse società che vendevano gli armamenti".