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Sciopero nazionale di 8 ore in tutti gli impianti italiani di E.ON. per il prossimo 28 ottobre. Lo hanno deciso i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca e Flaei-Cisl, Uiltec-Uilla che hanno anche annunciato l'avvio dello sciopero dello straordinario e dello spostamento di orario per 30 giorni dopo la mancata convocazione da parte dell'azienda da un lato e, dall'altro, "la mancata convocazione di un tavolo al Mise" affermano i sindacati. Lo sciopero è stato deciso – informa una nota dei sindacati – dopo la dichiarata volontà della multinazionale tedesca dell'energia, attiva in Italia con 6 gigawatt di potenza fra impianti elettrici e del gas e 1.000 dipendenti, di procedere alla vendita degli asset italiani. I sindacati temono "conseguenze pericolose circa l'emorragia di posti di lavoro che si potrebbe verificare a fronte dell'apertura dell'asta privata che, al momento, farebbe presagire anche la possibilità di uno "spezzatino" di una parte importante dell'infrastruttura energetica del paese".
"Abbiamo più volte chiesto ad E.ON. – dicono polemici i sindacati – di incontrarci per ottenere maggiori informazioni sull'operazione oltre alle necessarie garanzie occupazionali. Ci hanno risposto picche!". Insomma "l'arroganza dell'azienda che non ci convoca – proseguono i sindacati – unitamente alla mancata convocazione del ministero dello Sviluppo Economico dopo una ulteriore sollecitazione di indire un tavolo sulla vertenza", hanno reso la vicenda esplosiva.
Lo sciopero riguarderà le centrali di Fiume Santo (Sassari), Ostiglia (Mantova), Tavazzano (Lodi), Livorno, Scandale (Crotone), Nucleo Idroelettrico di Terni.