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"L'aver lasciato gli scavi di Monti Prama senza alcuna protezione e tutela, alla mercé di tombaroli e delinquenti, è un fatto di una gravità inaudita proprio per l'imponenza del lavoro che gli archeologi stavano portando avanti in condizioni di assoluta ristrettezza finanziaria e operativa". Lo afferma il deputato di Unidos, Mauro Pili, che chiede le dimissioni del ministro Dario Franceschini.
"La profanazione di quel sito è un atto criminale – attacca Pili – ma lo è ancora di più averlo lasciato senza alcuna sicurezza. Per questo motivo se fossimo dinanzi ad un governo serio il Ministro Franceschini si dovrebbe dimettere per negligenza considerato che non è mai stata attivata alcuna seria precauzione a tutela della straordinaria campagna di scavi che era in corso. Oltre due mesi fa denunciai la gravissima situazione degli scavi di Monti Prama, senza risorse finanziarie e senza alcuna protezione. Era evidente che si trattava di uno Stato strabico e disattento. La risposta ridicola a quella mia denuncia fu un sopralluogo intempestivo e inutile del delegato di Franceschini che non solo non fece niente per affrontare la questione ma ebbe la demenziale idea di portare un Gigante al Quirinale. Pensavano alle passerelle quirinalizie – prosegue l'ex presidente della Regione – ma hanno ignorato la gravissima situazione degli scavi. Ora è giusto che se ne assumono sino in fondo le conseguenze che sommate al disastro della necropoli di Bonorva non possono che portare alle dimissioni di un governo incapace di intervenire su fatti di questa rilevanza. Per quanto mi riguarda, anziché utilizzare la Brigata Sassari per mettere al sicure le strade romane, si usi l'esercito per presidiare e tutelare la grande civiltà nuragica della Sardegna".

Firino. Pienamente consapevole dal problema della vigilanza del sito archeologico di Mont'e Prama, ma più in generale di tutti i siti archeologici, che negli anni sono stati depredati dai tombaroli, l'assessore regionale dei Beni Culturali, Claudia Firino, annuncia di avere già attivato uno studio mirante a una soluzione "che non sia solo di risposta all'emergenza ma che, in tempi brevi, crei un sistema organico ed efficiente di protezione e vigilanza dell'intero patrimonio archeologico della Sardegna".