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Si chiama "Pavoncella de frores", ed è il nome dell'opera di "land art" realizzato nella fertile pianura del Campidano, tra Decimoputzu e Villasor, proprio dove dovrebbe sorgere una nuova centrale solare termodinamica, a cui i proprietari del terreno si oppongono.

   Appare come un gigantesco ricamo di 1250 metri, grande come 16 campi di calcio ed è visibile dal cielo. Il ricamo artistico è stato realizzato con i comuni mezzi per la lavorazione del suolo, ma con l'ausilio di alta tecnologia Gps.

   L'opera di "land art" è stata concepita da un gruppo di professionisti e imprenditori. Il disegno artistico è di Antonino Pirellas, in collaborazione con Salvatore Cualbu, Maurizio Mulliri, Marcella Maxia, Lino Cianciotto e Marco Urpi.

   Ispirato al rito popolare della "die de frores", il giorno dei fiori dedicato a San Giovanni Battista nel solstizio del 24 giugno, può essere ammirato fino a settembre, epoca in cui la natura, seguendo il suo corso, nasconderà naturalmente l'opera.

Un'opera che, per i promotori, vuole rappresentare "un omaggio al lavoro tradizionale dei campi, simbolo di ringraziamento per i frutti della terra, ma anche di speranza per un territorio come la Sardegna sempre più martoriato da tante emergenze".

   Nelle prossime settimane, si terranno anche alcuni eventi attorno al simbolo della Pavoncella de frores. Uno di questi sarà un enorme girotondo, con cittadini e associazioni, e riprese dall'alto nei giorni del solstizio d'estate.