Sulla vicenda dell'alluvione dello scorso novembre in Sardegna "pesano tante responsabilità. Una tragedia densa di tristezza, per i lutti patiti da tante famiglie, per l'assenza di una adeguata prevenzione, per la inadeguatezza della capacità di presidio e intervento della protezione civile della Regione. Soprattutto oggi pesa la colpevole dimenticanza del Governo a fronte delle ciniche rituali promesse del giorno dopo", è la denuncia del senatore Luciano Uras (Sel) il quale ha reso noto che "di fatto mancano norme e risorse per gli aiuti necessari alle popolazioni colpite, mancano stanziamenti e impegni per la ricostruzione di case di abitazione, edifici pubblici, strutture produttive d'impresa, strade, ponti, ferrovie".
"Alle richieste di garanzia che le promesse si traducessero in fatti – ha spiegato Uras – ho sempre registrato una pesante reticenza, un silenzio assordante. Ho chiesto di verificare le coperture finanziarie sugli interventi di ricostruzione a valere sulla contabilità speciale sul dissesto idrogeologico e ho avuto, dal competente Ufficio Bilancio del Senato una chiara ed eloquente risposta: 'In allegato si trasmette la relazione conclusiva sulla ricognizione dei fabbisogni redatta in attuazione a quanto previsto dall'Ordinanza n. 122 del Capo del Dipartimento della Protezione Civile del 20 novembre 2013. La ricognizione dei danni è stata fatta dal Commissario delegato per l'emergenza alluvione 2013 nella Regione Sardegna. In particolare, si segnalano le pagine 30 e 31 dove si effettua un quadro riepilogativo delle risorse disponibili nella contabilità speciale n. 5785. Attualmente la predetta contabilità speciale non risulta accessibile tramite la banca dati della Rgs e, quindi, non risulta possibile conoscere lo stato di avanzamento nell'utilizzo delle predette risorse".