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Il Tar del Lazio ha accolto oggi il ricorso presentato da Grandi Navi Veloci contro la decisione con cui l'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, nel giugno 2013, aveva sanzionato Gnv e altri operatori del trasporto marittimo per una presunta intesa sui prezzi dei biglietti praticati alla clientela. E' quanto annuncia in una nota Gnv.

   A giugno dello scorso anno l'Antitrust aveva multato Grandi navi veloci e altre tre società per più di 8 milioni di euro con l'accusa di un'intesa finalizzata all'aumento dei prezzi per il trasporto passeggeri nell'estate 2011 sulle rotte Civitavecchia-Olbia, Genova-Olbia e Genova-Porto Torres.

Gnv, sottolinea la compagnia, ha sempre definito le sue strategie commerciali in assoluta autonomia al fine di assicurare la prosecuzione della propria attività imprenditoriale in un contesto di forte crisi economica aggravata, peraltro, dall'ingente aumento dei costi connessi all'offerta del servizio di trasporti, in primis quello del carburante.

   "Gnv – afferma Roberto Martinoli Ad di Grandi navi Veloci – ha sempre agito e continua ad agire secondo criteri di assoluta trasparenza e con la massima indipendenza nella determinazione della propria politica commerciale e tariffaria in un settore caratterizzato da un'accesa competizione".  

"È come se l'arbitro non avesse punito la famosa testata di Zidane a Materazzi in mondovisione". Così l'ex governatore Ugo Cappellacci commenta la decisione del Tar del Lazio sul caro traghetti che ha dato ragione a Grandi Navi Veloci multata dall'Antitrust insieme ad altre compagnie per un presunto cartello sui prezzi dei collegamenti dalla Penisola alla Sardegna.

   "Dopo il ricorso della nostra Giunta e dei consumatori – sottolinea Cappellacci – l'Antitrust ha indagato sull'aumento patologico dei prezzi dei biglietti con un'attenzione meticolosa e nel 2013 ha accertato l'esistenza di un cartello, confermando quanto verificato da chiunque all'epoca avesse provato a prenotare. Non ci sembra di cogliere lo stesso livello di approfondimento invece nella sentenza del Tar, che liquida la questione con una certa superficialità, come se in gioco non ci fosse il diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione, ma una trascurabile inezia".

   "Nessuno può pensare di far credere che si sia trattato di un'allucinazione collettiva: il cartello – insiste l'ex presidente della Regione – c'era e ci sono le prove. Auspichiamo che la Giunta adotti tutte le iniziative che il caso richiede affinché non si consumi un vergognoso colpo di spugna sulla vicenda del caro traghetti".