In altri tempi, il raggiungimento matematico della permanenza in serie A sarebbe stato salutato in casa Cagliari con ben altro clima. La soddisfazione c'è tutta, ma nessuna euforia e neppure voglia di particolari festeggiamenti in tutto l'ambiente.
Ivo Pulga è lo specchio fedele dell'aria che si respirava nel dopo partita negli spogliatoi. Lui stesso racconta che non c'è stato nessun gavettone di rito fra giocatori e nei confronti dello staff tecnico.
"Solo Sau mi ha rovesciato sulla testa un bottiglietta d'acqua", racconta Pulga con un sorriso più che altro di circostanza. L'analisi della partita diventa una formalità: "Siamo salvi e quindi molto contenti – attacca il tecnico rossoblù – c'è stata un'altra grande prestazione della squadra. Questi ragazzi hanno tanta professionalità, sono attaccati alla maglia e alla società più di quanto si crede. Il raggiungimento della salvezza va condiviso con chi ha lavorato in questo campionato per il bene del Cagliari".
Resterà ancora alla guida del Cagliari, magari di nuovo con Lopez? "Con Diego abbiamo lavorato bene un anno e mezzo ma ora io mi sento un primo allenatore e vorrei andare avanti per la mia strada. O qui, dove mi trovo benissimo, o da un'altra parte".
A chi fa notare che rispetto allo scorso campionato mancano diversi punti in classifica, Pulga risponde: "giochiamo quasi sempre fuori casa, cinquemila spettatori non sono come avere uno stadio intero che ti trascina. L'anno scorso a Is Arenas era tutto diverso, lì i nostri tifosi contavano molto, eccome. Ci rendiamo conto quando vai in stadi come domenica scorsa a Genova e la folla ti urla sulla testa".