L'ex ministro Cecile Kyenge, il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini e l'ex governatore Renato Soru sono alcuni candidati del Pd alle europee.
Nel nord ovest, dopo la capolista Alessia Mosca, ci sono Mercedes Bresso e Sergio Cofferati; al nord est, dopo Alessandra Moretti capolista, Paolo De Castro e Cecile Kyenge; al centro, dopo Simona Bonafè, David Sassoli e Roberto Gualtieri; al sud, dopo Pina Picierno, Michel Emiliano e, se ottiene la deroga della direzione al limite dei 3 mandati, Gianni Pittella; alle isole, dopo Caterina Chinnici capolista, Renato Soru e e Giusy Nicolini. Ha accettato la candidatura con il
Pd ed è pronto a calarsi nell'agone della campagna elettorale per le europee, ma per Renato Soru, ex governatore della Sardegna e patron di Tiscali, la strada per poter rappresentare l'Isola a Strasburgo è tutta in salita. La legge elettorale, infatti, prevede ancora un collegio unico con la Sicilia, che ha il triplo degli elettori della Sardegna. E anche la possibilità di esprimere tre preferenze non aiuta.
"Era giusto che esprimessimo anche noi una candidatura per fare la nostra parte in questa consultazione – dice all'ANSA Soru, subito dopo il via libera della direzione nazionale del Pd
alle liste che vedono l'ex presidente al secondo posto nell'elenco guidato da Caterina Chinnici – Ora l'Europa dovrà giocare un ruolo del tutto nuovo e assisteremo ad un'accelerazione storica del processo di varo di un'Unione Europea in cui la Sardegna può avere un ruolo importante nel Mediterraneo".
"La candidatura di Renato Soru alle Europee è una ottima notizia, per la Sardegna
innanzitutto". Lo dice il segretario del Pd Sardo, Silvio Lai, che ha apprezzato la scelta della segretaria nazionale delle candidature femminili in tutta Italia, "come segnale importante, e altrettanto importante consideriamo che la testa di lista qui
sia completata da Caterina Chinnici insieme a Renato Soru".
"La scelta di Soru rappresenta l'unica vera possibilità che la Sardegna abbia in Europa un proprio parlamentare e ci appelliamo non solo agli elettori democratici – sostiene – ma a tutti gli elettori del collegio sardo perché con un loro voto contribuiscano a far eleggere un europarlamentare, in una fase di grande trasformazione delle istituzioni europee,
dell'economia e della società continentale".
La rivendicazione della Sardegna di poter esprimere un proprio rappresentante all'interno di un collegio diviso dalla Sicilia, è sfociata in diversi emendamenti bocciati da Senato e Camera durante la discussione del ddl sulle Europee approvato oggi dal Parlamento. Gli ultimi tre sardi eletti europarlamentari, Maddalena Calia (Fi) nel 2008 e gli uscenti Francesca Barracciu (Pd, dimessasi dopo al nomina a sottosegretario alla Cultura) e Giommaria Uggias (Idv), sono potuti entrare a Strasburgo solo dopo la rinuncia o le dimissioni di esponenti siciliani o nazionali dei rispettivi partiti. La situazione potrebbe mutare dal 2019 grazie all'approvazione oggi di un ordine del giorno alla Camera, sottoscritto dai deputati sardi del Pd, che prevede più seggi per la circoscrizione Isole (dagli attuali sei a otto) e l'impegno del Governo a staccare la Sardegna dalla Sicilia.