i-numeri-della-crisi-in-sardegna-42-mila-occupati-in-meno-in-un-anno

"Ciò che ci consegna il centrodestra è un disastro sociale ed economico drammaticamente evidente nei numeri". Il leader sardo uscente della Cgil Michele Carrus attacca la gestione Cappellacci e, nella relazione che ha aperto oggi a Cagliari i lavori del 13/o congresso Cgil, dà i numeri della crisi.

 "Gli occupati – ha detto – sono scesi a 560 mila, 42 mila in meno nel solo ultimo anno, un giovane su due è disoccupato e solo una donna su tre disponibili lavora, 150 mila persone fruiscono di ammortizzatori sociali, 30 mila circa in deroga, metà dei quali attende il pagamento del sussidio da oltre un anno".

   E i numeri della crisi non finiscono qui. "Centomila persone sono alla ricerca di un impiego – ha continuato Carrus -, ma 47 mila sono scomparse dal censimento delle forze di lavoro attive. Si tratta quasi certamente di una diaspora migratoria, forse non ancora censita, che interessa i nostri giovani, cervelli qualificati che fuggono altrove per poter funzionare".

 Nel suo  discorso il leader della Cgil sarda ha messo in rilievo l'indice di povertà relativa che ha superato il 20 per cento delle famiglie. "Quasi 150 mila, in gran parte quelle di anziani e pensionati che vivono a stento con un assegno medio al di sotto di 700 euro, con i quali sono spesso tenuti a sostentare le  famiglie dei loro figli che hanno perso il lavoro e che giusto in provincia, accontentandosi di pochissimo, sopravvivono grazie ai tradizionali circuiti di auto-sussistenza delle comunità rurali".

   Traccia un disegno scoraggiante il segretario uscente in via di probabile riconferma alla guida della Cgil sarda. "Molto difficilmente la Sardegna, che attende la conferma di un calo di 3,5 punti del suo Pil relativo – ha concluso Carrus – parteciperà della ripresa che appare timidamente all'orizzonte del nostro Paese".