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L'Assessorato regionale del Lavoro deve essere sgomberato per motivi di sicurezza (manca la messa a terra per l'impianto elettrico in gran parte dell'edificio) e tutte le attrezzature e i circa 200 dipendenti regionali devono lasciare la struttura di via XXVIII Febbraio entro lunedì 10 marzo.

   La comunicazione scarna è contenuta in una comunicazione inviata dal cosiddetto Datore di Lavoro, Antonio Quartu, in forza all'Assessorato regionale degli Affari generale e personale. Ancora non ci sono conferme ufficiali, ma secondo indiscrezioni e voci circolate in questi giorni in Assessorato, lo stabile che dovrebbe accogliere l'assessorato è quello di via Posada numero 8, proprio davanti all'ex servizio elettorale, in una palazzina dove fervono i lavori di completamento.

   Nel frattempo la Funzione Pubblica della Cisl denuncia con "forte preoccupazione l'episodio grottesco che in questi giorni si sta consumando. Con tutta fretta si scopre che, dopo anni di stagnazione erano invece prontissime relazioni tecniche, soluzioni alternative con una nuova sede in affitto e persino uno sgombero in stile americano, per i gravi pericoli che si corrono in una sede storica della pubblica amministrazione sarda".

   Secondo il segretario regionale Davide Paderi, "anziché mettere a norma ad esempio la massa a terra del palazzo o fare qualche piccolo intervento necessario e segnalato da tempo, la risposta, in fase di 'spending review' non è di buon senso ma lo sgombero, con tanto di nuova spesa per la sede nuova.

Una sede in affitto, per la quale parrebbe si tratti di un canone annuale di quasi 700.000 euro nella zona di Santa Gilla, come recita la nota delibera di Giunta che restringe il compasso attorno a diversi nuovi palazzi del quartiere".

   Oltre lo "sconcerto" per la decisione, in un momento di transizione tra la vecchia e la nuova amministrazione dopo il voto del 16 febbraio, la Cisl chiede al presidente in pectore, Francesco Pigliaru, di verificare e bloccare quello che sta avvenendo: "La sicurezza e la norma 626 non possono essere un pretesto per realizzare altre operazioni e il rigore della spending review non deve essere solo un annuncio  a piuttosto una pratica concreta e in tutte le direzioni. La Cisl – conclude Paderi – chiede da anni un piano antisprechi e sulla burocrazia, finora purtroppo ci sono stati solo annunci e poca sostanza".