L'ex editore Nicola Grauso potrebbe evitare la pesante condanna a sette anni e otto mesi per la bancarotta della cartiera di Arbatax – vicenda per la quale rischia il carcere – se la Quinta sezione penale della Cassazione verificherà che è scattata la prescrizione, come ha sostenuto la Procura della Suprema Corte rappresentata da Elisabetta Cesqui. Nella sua requisitoria – svoltasi stamani – il Pg Cesqui ha però chiesto la conferma degli aspetti risarcitori della condanna in quanto Grauso, ha detto il Pg, è stato "il dominus" dell'operazione consistita "nello svuotamento dei magazzini della cartiera senza riempirne le casse". E' di Grauso – ha aggiunto il Pg – "la regia" del fallimento da 25 miliardi della società 'Arbatax 2000', della quale "era il 'dominus' di fatto", e che gestiva l'omonima cartiera fino al luglio 1997, data del default. Il dissesto, ha evidenziato il Pg Cesqui condividendo l'impostazione del verdetto di secondo grado (Corte di Appello di Cagliari, 23 settembre 2011), si sviluppa in modo da "lasciare che Grauso esca indenne dal fallimento, mentre tutti gli altri creditori della cartiera non vengono soddisfatti per circa 25 miliardi di vecchie lire".
"L'obiettivo – ha spiegato il Pg Cesqui – era quello di salvaguardare dal fallimento Grauso che era 'dominus' sia di 'Arbatax 2000' sia dell'Unione Sarda, il giornale del quale era editore". "Una situazione – ha messo in luce la requisitoria – che ha generato una particolare commistione tra la società esposta e la società creditrice. Un conflitto di interessi ben evidenziato dalla Corte di Appello!". Ad avviso del Pg, inoltre, la sentenza di secondo grado "in questo che è un processo documentale, ricostruisce in modo dettagliato i percorsi delle fatture e attesta le singole responsabilità degli imputati". Grauso – che fu assolto in primo grado il 25 febbraio 2005 dal Tribunale di Lanusei – tramite l'Unione Sarda, ha ripercorso il Pg Cesqui, aveva finanziato la cartiera con un miliardo e 200 milioni e 13 miliardi e mezzo in fideiussioni. "Una ricapitalizzazione fatta – secondo il Pg – quando si era già determinata una situazione di insolvenza nella quale non sono stati tutelati gli interessi degli altri creditori". Per quanto riguarda gli altri imputati, il Pg ha chiesto la prescrizione per tutti i responsabili di bancarotta preferenziale e la conferma della sola condanna a quattro anni per Angelo Marcello Massa, amministratore di fatto della Mekart di Milano, e la diminuzione di pena, per parziale prescrizione della condanna, per l'ex direttore dell'Unione Sarda Antonangelo Liori che potrebbe ottenere uno sconto di 36 mesi. Liori, detenuto per altre vicende, è stato condannato in appello a otto anni e sei mesi. Il verdetto dovrebbe arrivare in serata o domani. |