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E' rivolta nelle facoltà di viale Sant’Ignazio. Nel mirino il cambio della governance di Ateneo, che ha predisposto l'accorpamento delle ex Facoltà di Giurisprudenza Economia e Scienze Politiche in una sola, “così sconvolgendo il normale iter di funzionamento delle singole facoltà, generando confusione riguardo le competenze spettanti ai vari organi e, di conseguenza, agli studenti fruitori del servizio”, denunciano gli studenti, “tutto ciò ha portato a modificare le regole relative alle singole ex Facoltà, disciplinando in maniera uguale situazioni diverse che richiedono una maggiore specificità riguardo l' organizzazione interna, non garantendo la possibilità ai singoli corsi di mantenere le proprie peculiarità”

Non pochi i disagi: progressiva diminuzione degli appelli, portati al minimo legalmente consentito (6), disomogeneità tra i servizi erogati e le tasse pagate (“che ha raggiunto un livello intollerabile”), giustificata dagli organi amministrativi nei seguenti termini: privilegiare la didattica, aumentare la frequenza alle lezioni e permettere al docente di trasmettere le proprie conoscenze direttamente allo studente. “Tesi smentite”, sottolineano ancora gli studenti, “in maniera plateale dall'alto tasso di assenteismo dei professori e dalla scadenza dei servizi erogati e del materiale didattico fornito, stando a quanto rilevato dal questionario sottoposto agli studenti. L' indice di qualità della didattica è stato espresso in una media di voto pari a 2 su 5, su un campione di 2000 studenti”.

 

E ora ci si prepara alla lotta: “Siamo pronti a portare avanti una mobilitazione studentesca di lungo periodo qualora le nostre esigenze primarie non saranno discusse e tenute in debito conto''.