L'Ance si schiera contro l'impugnazione del Governo sulla revisione del Piano paesaggistico regionale della Sardegna, approvata in via definitiva nell'ultima seduta della Giunta regionale uscente prima delle elezioni di domenica scorsa. L'Associazione nazionale costruttori edili ha chiesto anche al nuovo governatore in pectore, Francesco Pigliaru, un confronto sul tema.
Dopo l'"ottimo lavoro fatto fra Regione e Mibac", per il nuovo Ppr si dovranno tenere presenti due priorità: "sarebbe un grave errore fare il Piano senza una legge del governo del territorio – spiega Maurizio De Pascale, presidente regionale Ance – una legge urbanistica leggibile che deve essere chiara per tutti". Secondo il presidente "fuori da ogni valutazione ideologica, il Ppr del 2006 deve essere aggiornato e modificato, per passare da vincoli genericamente estesi alla individuazione chiara e precisa di tutele. Affermazioni improntate al no a prescindere, o interferenze esterne senza alcuna conoscenza di norme e della realtà della Sardegna – attacca – sono estremamente dannose".
De Pascale promuove anche i vari Piani Casa emanati in questi anni, "nati non tanto per un'esigenza di trovare lavoro, quanto perché abbiamo preso atto della ridotta capacità di spesa delle famiglie isolane. Questo non significa – aggiunge – consumare inutilmente territorio, ma riqualificare il patrimonio esistente, cioè le città grazie al Piano città". Insomma "il Piano casa è servito e serve ancora – perché dal 2010 al 2013 si è passati da 619 richieste a 21.853 istanze e l'Istat dice che ci sono 92 mila famiglia nuove in Sardegna: quindi c'è esigenza di nuove case".
Per l'Ance "demolire e ricostruire è una sana abitudine e deve essere concesso" e le case sfitte non si vendono solo perché "troppo vecchie, con prezzi troppo alti o costruite male".
Ancora segno meno per l'economia della Sardegna e in particolare per il settore delle costruzioni. Nel 2012 il Pil ha registrato una flessione in termini reali del 3,4% su base annuale, e nel 2013 permane una nota pessimista anche se va meglio per l'anno in corso dove si prevede una mini ripresa dello 0,1%. In questo quadro a tinte fosche le costruzioni hanno risentito più di tutti della crisi registrando una contrazione del 38,3% in cinque anni (dal 2008 al 2012). Lo rileva il sesto Rapporto sul settore delle Costruzioni in Sardegna presentato oggi dall'Ance Sardegna (Associazione nazionale costruttori edili).
Per il sesto anno consecutivo, nel 2013, è calato il numero di occupati di almeno 24.100 addetti pari al 36% e ha toccato sia i dipendenti (-16.300 dal 2007 al 2013) sia gli autonomi (-7.800 unità). Secondo i dati delle Casse Edili il numero di ore lavorate fra il 2008 e il 2012 ha subito una contrazione del 46,7% cui si deve aggiungere un'ulteriore flessione del 20,3% nei primi 11 mesi del 2013. Nel frattempo lo scorso anno si è attenuato il ricorso alla cassa integrazione: sono, infatti, diminuire del 35,9% il numero di ore autorizzate dalla Regione, ma tra il 2007 e il 2012 il numero di ore era più che quadruplicato passando da circa 1,1 a 6 milioni di ore lavorate.
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