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Che Abbanoa fosse un Ente impietoso, era cosa risaputa da tutti visti gli slacci effettuati nel 2013 verso centinaia di utenti considerati morosi. Cittadini spesso colpevoli, in questa difficile epoca storica, di avere gravi problemi economici tali da non poter pagare le bollette.

Come Katiuscia Solinas, giovane madre di tre figli di Carbonia, a cui il contatore dell’acqua è stato slacciato circa un anno fa per lo stesso motivo. L’utenza, che era intestata all’ex marito, è stata interrotta per una morosità di circa 4000 euro. Katiuscia più volte ha richiesto la voltura non ritenendosi responsabile della morosità e soprattutto dichiarandosi impossibilitata a pagare una cifra del genere perché disoccupata allo stesso modo del compagno con cui vive. Il Sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, per aiutare la famiglia di Katiuscia, avrebbe inviato una lettera al gestore idrico per ottenere un piano di rientro per questo debito per una somma di 100 euro al mese che sarebbero stati versati direttamente dal comune con tutte le garanzie del caso. Ma anche rispetto a questa richiesta e rassicurazione la risposta sarebbe stata negativa.

E’ qui che Katiuscia, presa dalla disperazione e dalla necessità, ha deciso di farsi riallacciare abusivamente il contatore dell’acqua. Fino a venerdì 14 febbraio, quando è stata convocata in caserma per la notifica di un provvedimento di denuncia a suo carico per furto d’acqua. Nella stessa sede è stata anche informata che secondo la legge vigente potrebbe rischiare l’arresto.

“Sono disperata. Se dovessero arrestarmi perderei i miei figli e il solo pensiero non mi fa più vivere. Mi sento abbandonata e ho paura, paura del domani e di cosa accadrà. Non mi sento una criminale, come potevo lasciare i miei bambini senza acqua? Io e il mio compagno vorremmo un lavoro e una vita normale, ma nel Sulcis è diventato impossibile, attualmente viviamo solo grazie a lavori saltuari e ai servizi sociali del comune” spiega la donna.

Come tante altre, purtroppo, questa è una vicenda emblematica dei tempi che stiamo vivendo. Anche un bene essenziale come l’acqua viene negato: un elemento principale della vita che non dovrebbe avere padroni viene utilizzato per umiliare la dignità delle persone.

E’ una situazione indegna di una democrazia e di un paese civile e le istituzioni dovrebbero interrogarsi e intervenire impedendo che soprusi del genere vengano reiterati. Ma nessuno si fa carico del problema, e il cittadino è sempre più abbandonato a se stesso.