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“L'alluvione che ha provocato tante vittime in Sardegna non ha insegnato proprio nulla al presidente Ugo Cappellacci, perché insiste con il voler approvare, a pochi giorni dalle elezioni regionali, un nuovo Piano paesaggistico che in realtà di nuovo non ha nulla.
Infatti, riconferma la cultura della devastazione alla quale si sono ispirate tutte le norme fino ad oggi sostenute dal centro destra sardo". Così il senatore di Sel, Luciano Uras, secondo cui "Cappellacci non sembrerebbe per nulla pentito per le norme derogative in materia edilizia dei Piani casa 1, 2, 3 e 4 che hanno anche trasformato i seminterrati in civili abitazioni e, nel corso di eventi alluvionali, in vere e proprie camere di morte".

"I disastri che colpiscono in modo ricorrente tutto il territorio nazionale a causa del dissesto idrogeologico – prosegue Uras – sono un costo ulteriore, certo e significativo della finanza pubblica. Hanno una doppia causa: da una parte i comportamenti amministrativi colpevoli che consentono la speculazione edilizia e il consumo incontrollato del territorio, dall'altra la mancanza di politiche e di investimenti seri per la manutenzione e la difesa del suolo. Pertanto, il combinato disposto tra la carenze delle leggi in materia di pianificazione urbanistica e paesaggistica e l'assenza di adeguata vigilanza – sostiene il senatore – hanno determinato la progressiva grave compromissione di una parte rilevantissima del territorio, con ricorrenti danni da calamità naturali certamente prevedibili ed evitabili. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico".

"Spiace che un politico preparato come l'on. Uras dimentichi che l'unico piano paesaggistico vigente all'epoca dell'alluvione è quello voluto dalla Giunta Soru e dal centrosinistra. Se fosse una questione di piano paesaggistico, dovrebbe indirizzare le sue accuse ad altri destinatari".

Così Alessandro Serra, portavoce del presidente della Regione Ugo Cappellacci, replica alle dichiarazioni del senatore di Sel, Luciano Uras. "Considerato che il nuovo piano estende le cautele nei pressi dei fiumi, ogni tentativo di collegarlo ai tragici eventi di novembre è una cinica e becera falsità", conclude il portavoce di Cappellacci.