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Un punto di sbarco sicuro per i pescatori di ricci cagliaritani in trasferta nell'oristanese per evitare problemi e scontri con i colleghi della zona di San Vero Milis: la Capitaneria di porto di Cagliari ha garantito il massimo impegno per trovare una soluzione immediata. Anche mettendosi in contatto da domani con la Guardia costiera di Oristano. È quanto emerso questo pomeriggio dall'incontro in prefettura tra una delegazione di pescatori a poche ore dalla clamorosa protesta che ha bloccato questa mattina lo scalo marittimo del capoluogo.

   "Ci aspettiamo – ha spiegato subito dopo la riunione Walter Rizzardini, uno dei componenti della delegazione – una soluzione al problema nei prossimi giorni. Abbiamo trovato la massima disponibilità". Tre delegati hanno presentato al prefetto il loro piano di gestione dell'attività subacquea professionale. In pratica una riscrittura delle regole con la modifica del decreto di pesca dei ricci. Con, in primis, punti di sbarco ufficiali, magari presidiati dalla Forestale, per evitare scontri tra "cagliaritani" e "oristanesi".

Poi, un'altra richiesta: la riduzione dell'orario di pesca. Ora i ricci possono essere pescati dall'alba al tramonto: l'orario giusto per lo stop, spiega invece Stefano Melis, un altro dei delegati, è le 14. Dopo, secondo i pescatori, gli abusivi hanno vita più facile.

   Altro punto chiave: l'eliminazione della norma sui "dilettanti". Ci si è resi conto – si legge in un documento dei pescatori – che chi è autorizzato a pescare cinquanta ricci eccede. Trasformando quello che dovrebbe essere un hobby in una piccola industria familiare. Tra le richieste anche un piano di riconversione delle autorizzazioni. Troppe ora, per chi deve vivere di solo mare. Attuato il piano i pescatori sarebbero anche pronti a passare da sei a quattro ceste giornaliere. E cioè da tremila a duemila ricci al giorno.