Il presidente uscente della Regione e candidato governatore del centrodestra, Ugo Cappellacci, e il partito alleato dei Riformatori, rilanciano la vertenza sulle accise che – sostengono – dovrebbero rimanere in Sardegna dove è dislocata la produzione, soprattutto nell'ambito della raffinazione petrolifera. Per l'Isola si tratterebbe di recuperare una cifra fra un miliardo e un miliardo e mezzo di euro. Per ora la norma finanziaria inserita nella Manovra 2014 deve ancora passare il vaglio del Governo, poi, se non verrà impugnata, occorrerà definire i vari passaggi successivi.
Secondo Cappellacci, "la formula per lo sviluppo per la Sardegna è l'abbattimento delle tasse, che genera un aumento dei consumi, quindi della produzione, lavoro e possibilità di ridistribuire ricchezza. L'Isola paga un prezzo di tipo ambientale avendo gli impianti di raffinazione in loco con il loro carico di rischi sull'ambiente". Secondo il governatore uscente i sardi potrebbero risparmiare alla pompa di carburante almeno 70 centesimi di accise.
"I sardi devono dimostrare merito e competenze – ha aggiunto il deputato di Scelta Civica e Riformatori, Pierpaolo Vargiu – e Cappellacci ha preso l'impegno di portare avanti questa battaglia dal 17 febbraio". "Le accise sono nate come imposta di fabbricazione – ha ricordato il consigliere regionale uscente, Franco Meloni (Riformatori) – sarebbe meglio non inquinare la Sardegna ma siccome ci dobbiamo caricare una quota è bene avere quello che ci spetta come imposte alla produzione".