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Una decina di barche di ricciai hanno bloccato questa mattina la nave proveniente da Civitavecchia all'altezza dell'ingresso del porto. Gli operatori della pesca hanno atteso il traghetto dalle 3 formando un cordone per protestare contro i recenti sequestri di ricci operati in vari controlli effettuati in postazioni di vendita abusive in città. I loro rappresentanti dovrebbero recarsi anche negli uffici regionali per avere garanzie sul loro lavoro. 

Sono diventate una cinquantina le barche, unite tra loro anche con delle funi, che impediscono alle navi di entrare in porto. È la protesta dei ricciai del sud Sardegna. "Siamo stanchi – ha spiegato Lino Depau – dei sequestri e di tutte le azioni che ci impediscono di lavorare". Un'eccezione al blocco è stata fatta per il traghetto Tirrenia alle 10: "Lo facciamo passare – ha aggiunto Depau – soltanto per i passeggeri".
 
 Ma la protesta non è finita: una delegazione ha ormeggiato le barche davanti alla sede della Capitaneria di porto. Ma l'obiettivo è anche quello di ottenere al più presto un incontro
con l'assessore regionale dell'Agricoltura, Oscar Cherchi. Se non ci dovessero essere risposte i pescatori-ricciai minacciano di continuare la protesta e di allargarla anche ad altre zone dello scalo marittimo.

Il blocco delle barche rimosso nella tarda mattinata: ora le speranze dei pescatori di ricci, che oggi hanno bloccato le navi all'ingresso dello scalo marittimo, sono affidate a un incontro in Prefettura.

   La riunione è fissata per questo pomeriggio alle 17: assieme al prefetto Alessio Giuffrida e a una delegazione di pescatori e operatori commerciali ci dovrebbe essere anche un rappresentante della Regione. Una manifestazione, quella organizzata questa mattina, decisa dopo gli ultimi sequestri di merce e le multe. I ricciai chiedono di poter lavorare: in mancanza di risposte soddisfacenti sono pronti ad andare avanti con nuove azioni di lotta.