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"Il mare sardo ai pescatori, non ai missili. Serve un piano speciale per la pesca sarda". Lo chiede a gran voce Mauro Pili, candidato alla presidenza della Regione per la coalizione del Popolo Sardo, sollecitando politiche di tutela e valorizzazione del comparto sia della pesca che acquacoltura, per mettere fine a disinteresse e abbandono da parte della classe politica.

   E' proseguito questa mattina al porto, a bordo dei pescherecci, il tour del deputato ex Pdl tra i luoghi del malessere economico e sociale. Assieme a lui il candidato di Unidos Marco Giordano. "I dati sono racchiusi in un solo numero: il 90% dei prodotti ittici – ha detto Pili – viene importato, è scandalosa l'incuria di questa grande risorsa che tra 8 mila ettari di laguna, aree di pesca di mare, porta alla Sardegna lavoro per 10 mila famiglie".

   Per il candidato governatore di Unidos è fondamentale rinegoziare i termini della occupazione militare delle coste, delle norme comunitarie in materia di pesca che – ha sostenuto – non tengono conto delle specificità della Sardegna e la penalizzano. Elenca una serie di proposte: utilizzare interamente i fondi europei destinati alla pesca, sburocratizzazione e semplificazione delle procedure a favore del settore. Ridurre il perimetro delle attività militari per restituirle ai pescatori, rimediare allo 'scippo' delle quote tonno: "I pescatori sardi hanno diritto di vedersi assegnata una quota uguale a quella delle altre regioni nella pesca del tonno".

   Il programma elettorale di Pili punta anche sul piano per la portualità. "Occorre  una rete di porti attrezzati per la vendita diretta a km 0, per la valorizzazione dei prodotti che devono avere il marchio Sardegna e per l'indotto proveniente da turismo e ristorazione".