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Verdetto della Cassazione: sei anni per Marco Dessì, 67 anni, di Villamassargia, l’ex sacerdote sardo colpevole di aver abusato (almeno due volte) di alcuni bambini nella missione di Chinandega in Nicaragua. La sentenza arriva dopo un processo lungo 8 anni. Nasce a Correggio, dalla denuncia di alcuni ragazzini che l’amministrazione comunale locale, assieme alle associazioni di solidarietà “Rock no war” di Modena  e “Solidando” di Cagliari (che aiutavano finanziariamente la missione di don Dessì) aveva raccolto e messo nero su bianco in un esposto spedito alla Procura di Parma. L’ex religioso (nel gennaio del 2010 Ratzinger  lo aveva ridotto allo stato laicale) era stato condannato in primo grado a 12 anni, ridotti poi a 9. Dopo un annullamento della Corte Suprema divennero 7 al secondo processo d’appello. Sei, infine, al terzo Appello, nel 2012. Venerdì sera la conferma in Cassazione dell’ultima sentenza.

Il processo ha accertato che gli abusi furono perpetrati ai danni di bimbi raccolti in strada e ospiti della missione di Chiandenga in Nicaragua, in particolare quelli che formavano il coro. A incastrare don Dessì anche oltre mille e 400 files pedopornografici trovati all’interno del suo pc personale. Soddisfatto, anche se sfinito, Gianluca Calabrese, presidente della onlus cagliaritana Solidando. L’associazione ha lottato per avere giustizia, spendendo di tasca migliaia di euro per ospitare (“anche per un anno intero”), e accompagnare dagli psicologi, i testimoni. Tutto senza aiuti dalle istituzioni. “Ci ha aiutato l’avvocato Marco Scarpati che ha operato ai limiti del volontariato”, spiega Gianluca Calabrese, presidente di Solidando, “difficilmente avremo un risarcimento, perché la caccia al patrimonio da aggredire è molto complicata. Tuttavia, “aggiunge, “questa è una sentenza molto importante che ha portato alla ribalta il problema della pedofilia nella Chiesa. anche in Nicaragua questa vicenda ha dato vita a un movimento di giovani, tutti vittime di abusi, che ora lotta contro la pedofilia e in generale per i diritti dei bambini”