Il job act di Renzi sperimentato in Sardegna. L’ha dichiarato il candidato governatore del centrosinistra Francesco Pigliaru al Forum dell’Ansa. ''La Sardegna potrebbe essere la prima Regione a sperimentare alcune delle proposte di Renzi sul mercato del lavoro e in particolare sulle politiche attive contro la disoccupazione. Con la crisi in Sardegna abbiamo avuto un incremento della disoccupazione del 500% mentre nel Sud è stato del 250%''.
Pigliaru ha poi trattato tutti i temi della campagna elettorale in corso: dalla Zona franca alla vertenza entrate, al lavoro e perfino della sua nomina e del suo carattere.
Vertenza entrate. “In tutto questo l'Isola soffre di un'alta conflittualità con il governo centrale e alcune leggi importati varate in Sardegna trovano lo stop di Roma e il ricorso alla Consulta. "Purtroppo – sottolinea – spesso vengono usate scorciatoie demagogiche, si cerca l'incidente per poter impugnare la bandiera della Sardegna contro Roma cattiva. E' un percorso che non mi piace – afferma il candidato del Pd – Io sono per far valere con determinazione i nostri diritti ma in un clima di leale collaborazione con le istituzioni centrali".
Lavoro. “Per offrire un futuro alla Sardegna bisogna puntare ''su imprese che creino lavoro e in particolare sull'imprenditorialità giovanile. Come anche c'è moltissimo da fare sul fronte delle esportazioni. I 6 milioni di esportazioni dell'agricoltura e i 160 milioni dell'agroalimentare sono niente. La Sardegna potrebbe essere la prima Regione a sperimentare alcune delle proposte di Renzi sul mercato del lavoro e in particolare sulle politiche attive contro la disoccupazione. Con la crisi in Sardegna abbiamo avuto un incremento della disoccupazione del 500% mentre nel Sud è stato del 250%. 'Si tranquillizzi Cappellacci, non abbiamo intenzione di mettere nessuna nuova tassa ma pensiamo a riduzioni responsabili per le imprese e per i cittadini''.
Zona Franca. 'La zona franca integrale è una proposta demagogica e irresponsabile perché la Sardegna non è Livigno. A Livigno gli ospedali pubblici vengono pagati dalla Lombardia. In Sardegna dalla Sardegna''. Così Pigliaru cerca di smontare la proposta sulla quale il suo concorrente Ugo Cappellacci sta puntando durante la campagna elettorale.
''In Sardegna – spiega – la stragrande maggioranza delle tasse restano in Sardegna. Il 70% dell'Irpef resta in Sardegna, il 80% dell'Iva resta nell'Isola così come il 90% delle accise. Una Zona Franca integrale ci taglierebbe di conseguenza le gambe in termini di sanità, scuole, assicurazioni sul lavoro. Da sola l'Iva vale quasi 2 miliardi di euro.
Tagliare l'Irap, come faremo, invece sono solo 300 milioni e con una spesa migliore ce la possiamo fare, ma il resto à demagogia''.
''Inoltre – spiega – una zona franca extra-doganale proposta dal mio competitor servirebbe solo per quelle aziende che vogliono esportare verso l'Africa, queste aziende non potrebbero esportare verso l'Europa. E a questo punto un'azienda preferirebbe andare direttamente in Africa dove il costo del lavoro è infinitamente più basso''.
Pd, primarie e Barracciu. "Con me è successa una cosa straordinaria: sono un esterno al Pd ma il partito è stato coraggioso e attorno al mio nome si è ricompattato. Questo è stato un forte segnale di cambiamento affidando la candidatura a una persona non di apparato". Secondo l'aspirante presidente, la ritrovata unità del Pd non è di facciata nè legata alla contingenza elettorale. "Si sono superati i bilancini di corrente – spiega – e ora stiamo lavorando per una proposta nuova per la Sardegna. E c'è il popolo di centrosinistra pronto a cogliere questa occasione". "Io non sono iscritto al Pd – risponde Pigliaru – e quindi non ho avuto voce in capitolo su questo. C'è però un codice etico che stato rigorosamente seguito. Anzi, siamo andati ben oltre. Si può certamente fare di più, magari pensando di modificare in senso restrittivo queste regole". |
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