Circa duemila persone hanno salutato l'apertura della campagna elettorale di Ugo Cappellacci a Cagliari. Accolto dall'applauso dei presenti, il governatore uscente si è presentato sul palco dove capeggia la scritta "Qui, Ora", la stessa che rappresenta lo slogan che lo accompagnerà sino al giorno del voto per le regionali, il 16 febbraio prossimo. La convention si è aperta con un video in cui lo stesso presidente ha annunciato: "Si riparte, anche se il viaggio non si è ancora interrotto. Qui, ora". Portando con sé il Corriere della Sera e riferendosi all'altro suo slogan della campagna elettorale, "Sardegna, zona franca d'Europa", Cappellacci ha mostrato la prima pagina del quotidiano con il titolo "Zona franca per evitare la fuga delle imprese". "E poi dicono che noi diciamo cose campate per aria", ha commentato dal palco.
"L'ex assessore della Giunta Soru dice che ripartiremo da dove ha lasciato il presidente Soru: Dio mio". Così il governatore uscente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha attaccato, senza nominarlo, il candidato presidente del centrosinistra, Francesco Pigliaru, aprendo la sua campagna elettorale a Cagliari. "In questa campagna elettorale non userò l'arma della bugia e della mistificazione – ha chiarito – Ma quando ho fatto solo qualche battuta su Topo Gigio ci sono state levate di scudi e hanno detto 'come si permette?' Ma, dico io, come si permettono di proporsi come il nuovo e la speranza – ha tuonato – Come si permette quello che è stato l'assessore di Soru, che ha fatto un bilancio falso ripreso dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei Conti".
"È tempo di combattere per la Sardegna e verso i veri nemici che non possono essere la Murgia o Pigliaru, ma sono i signori del mare, lo Stato patrigno e l'Europa, non dei popoli, ma di banchieri e di burocrati: sono cinque anni che combattiamo contro questi flagelli". Così continua il presidente uscente della Regione Sardegna e candidato governatore per il centrodestra, Ugo Cappellacci "Vogliamo continuare a combattere perchè pensiamo che questa sia la strada giusta per portare fuori la Sardegna dai venti di burrasca, come se fosse una nave alla deriva perchè così l'abbiamo trovata cinque anni fa – ha spiegato – E mi fa solo sorridere che chi ha portato la nave senza controllo si proponga come la medicina". Secondo Cappellacci il "vento più bastardo" è rappresentato appunto dallo Stato patrigno, perchè – ha sottolineato – siamo sardi e fratelli d'Italia, ma ci sono troppi debiti non pagati". Cappellacci, nel suo discorso durato oltre un'ora, si è anche rivolto ai propri figli, volendo parlare "ai giovani della Sardegna che sono il nostro passato il nostro presente e il nostro futuro: non possiamo limitarci a gestire l'esistente, perchè come diceva De Gasperi, la differenza tra un politico e statista è che il primo pensa alle prossime elezioni, mentre il secondo pensa al futuro. Ebbene cerchiamo di essere meno politici e più statisti". Il governatore uscente ha chiuso il suo intervento con un appello all'unità del popolo sardo: "Ci chiamavano pocos, locos e male unidos. Pochi lo siamo – ha chiarito – locos non più e su male unidos dipende solo da noi". Prima di concludere, è stato trasmesso un video con l'appello al voto e quindi sul palco sono stati invitati una trentina di giovani e i tre figli di Cappellacci, con cui il candidato si è sciolto in un abbraccio finale.
"La zona franca di Sardegna non è solo d'Italia ma dell'Europa e deve essere tale non solo per la defiscalizzazione, ma perché vi sia burocrazia zero: non permetteremo che venga messa da parte". Così il presidente uscente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha replicato agli sfidanti sul tema delle agevolazioni fiscali nell'Isola. Il candidato del centrodestra ha ripercorso tutti i suoi "successi" durante i cinque anni di governo: dai trasporti all'ambiente, con la revisione del Piano paesaggistico regionale, "che è stato impugnato ad orologeria in campagna elettorale", ha denunciato Cappellacci, dal progetto Smart City alla chimica verde, sino ai programmi per il rilancio dell'agricoltura. Infine ha ricordato il taglio ai costi della politica effettuato in questa legislatura. "Abbiamo fatto quello che non ha mai fatto nessun'altro – ha rivendicato il presidente – La Sardegna è stata la prima che ha abolito le Province, dimezzato il numero e le indennità dei consiglieri regionali, abolito i Cda degli enti e i fondi ai gruppi". "Una regione – ha aggiunto – dove c'è un presidente che ha rinunciato all'indennità e che ha venduto l'auto blu, l'Audi, acquistata dal mio predecessore".