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Chiesto il rinvio a giudizio per il deputato ex Pdl Mauro Pili e candidato di Unidos alla presidenza della Regione Sardegna alle prossime elezioni. La richiesta è stata formulata dal sostituto procuratore Gaetano Porcu, titolare dell'inchiesta sulle visite in carcere al presidente del Cagliari Massimo Cellino, finito a Buoncammino nel febbraio scorso nell'ambito delle indagini sulla realizzazione dello stadio Is Arenas a Quartu Sant'Elena. L'accusa è di falso.

Il nome di Mauro Pili era finito nel registro degli indagati insieme a quello della leggenda del
Cagliari dello scudetto Gigi Riva e a quello dell'editore dell'Unione Sarda, Sergio Zuncheddu, tutti accusati di falso. La posizione di Riva era stata già stralciata e successivamente archiviata, l'8 luglio scorso, mentre oggi il Pm ha stralciato anche la posizione dell'editore dell'Unione Sarda, in vista della richiesta di archiviazione su cui si pronuncerà lo stesso Gip che dovrà decidere sull'eventuale rinvio a giudizio di Pili.
 
 I tre erano stati indagati per essere entrati nel carcere di Buoncammino, nel febbraio scorso, per fare visita al patron rossoblù Cellino e, secondo l'accusa, nel farlo avrebbero
violato le norme che regolano gli ingressi in carcere per le visite ai detenuti.
 
"Apprendo dalla stampa di una richiesta di rinvio a giudizio nei miei confronti per le mie
visite umanitarie in carcere. Una richiesta che, anche sul piano della procedura, appare improbabile proprio perché il sottoscritto non ha mai ricevuto nessun avviso ai sensi del 415 bis".
 
Lo ha dichiarato il deputato ex Pdl, Mauro Pili, leader di Unidos, per il quale oggi la Procura di Cagliari ha chiesto il rinvio a giudizio per le visite in carcere al presidente del
Cagliari Massimo Cellino nello scorso febbraio.
 
 "Appare grave e mi stupisce – ha detto Pili – che una notizia simile venga diffusa ancor prima di aver notificato al sottoscritto qualsiasi atto proprio in un momento come questo
dove sono impegnato in una grande sfida politica per la libertà della mia terra (Pili è candidato alla presidenza della Regione nelle prossime elezioni in Sardegna, ndr). Al fine di sgombrare il campo da possibili speculazioni di ogni genere – ha sottolineato il parlamentare sardo – ribadisco che sono orgoglioso di aver compiuto quelle visite umanitarie e che mi sento colpito nella mia libertà di espressione per aver dichiarato a viso aperto le mie opinioni in merito alla vicenda dello stadio di Is Arenas. Pensare che un parlamentare non possa adempiere al proprio mandato nella piena libertà mi amareggia ma mi induce a ribadire con forza che non mi fermerò. Per decine di
volte sono entrato in carcere con accompagnatori meno noti e nessuno ha detto niente, stranamente sulla vicenda del Presidente del Cagliari si cerca di colpirmi in un momento
particolare della mia sfida ai poteri forti".
 
 "Appena riceverò qualche comunicazione mi recherò immediatamente dai magistrati per chiarire la mia posizione accompagnato dal mio legale avv. Pasqualino Federici. Sono fiero di essermi schierato, purtroppo da solo, in difesa di uno stadio che è stato demolito senza un motivo costringendo la Sardegna a non avere uno stadio di serie A e far giocare la squadra del cuore in una baraccopoli. Io non mi fermo e vado avanti – ha concluso Pili – sapendo di aver rispettato tutte le leggi e aver difeso le mie opinioni su una vicenda amara per la Sardegna tutta".